Che del vino si possa essere amanti, ovvero winelovers e che i winelovers possano costituire un trend topic delle strategie di valorizzazione delle colline dell’Unesco, è stato
argomento del convegno dal titolo “Enoturismo 4.0: marketing e digitalizzazione,
leve del successo aziendale” tenutosi nelle stupende stanze affrescate dell’ex convento
di San Francesco a Conegliano.
L’evento aperto da Elio Ceschin, rappresentante dell’Associazione Dama Castellana è stato curato da Blinkup di Milano, Kaos Marketing e Vodafone. In agenda gli interventi di Luca Colussi di Coldiretti Treviso – Responsabile provinciale agriturismi, turismo enogastronomico e referente Enoturismo Coldiretti Treviso; Edoardo Dal Negro – CEO Blinkup S.r.l. esperto di Marketing Digitale; Anna Zannino – CEO Kaos Marketing esperta di marketing territoriale.
Dott. Dal Negro, chi è il winelover e chi è l’enoturista?
“Il winelover è il consumatore che apprezza il vino: può essere il tradizionalista: spesso maturo e dalla tempra notevole, beve il vino durante i pasti per abitudine e piacere. Il festaiolo: tendenzialmente più giovane anagraficamente, associa il vino a un’occasione di divertimento o aggregazione. L’intenditore: forse il più riconoscibile tra i wine lovers, nutre una passione tutta intellettuale per il vino. L’enoturista ha un’età media di 43 anni, prevalentemente maschio ma sono in aumento le donne, frequenta i luoghi di produzione e commercializzazione del vino una volta l’anno o più di una per almeno il 75% dei casi.
Riteniamo che questo tipo di turista abbia l’esigenza di esperire forme di turismo più complesse, che chiamiamo appunto esperienziale.”.
I pranzi in vigna sono stati un successo estivo. Si riferisce a questo con esperienziale?
“Non solo. Ci riferiamo, piuttosto, ad un vastità di vissuti che possono far conoscere all’enoturista momenti della vita di un vignaiolo – la vendemmia, la piantumazione, le cene col produttore- oppure accostarlo all’esperienza del gentiluomo di campagna – i matrimoni in vigna, le passeggiate a cavallo, le degustazioni storiche, ad esempio.”.
Avete già formulato un pacchetto attrattivo per l’enoturista?
“Puntiamo molto sulla multifunzionalità dell’offerta sia per l’enoturista che per l’oleoturista. Entrambi si muovono nell’ambito di un turismo rurale che si può articolare in agriturismo, fattorie didattiche, vendita diretta di prodotti aziendali.”.
E che buon Turismo Rurale sia!
Fra i numerosi studi di settore, rileva il sondaggio di Airbnb, commissionato a OnePoll (su un campione di 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana adulta): il 47% degli italiani ha voglia di ritagliarsi momenti di isolamento nella campagna. Il 30% degli intervistati pagherebbe fino al 10% in più per una sistemazione green.
di Sabrina Danieli Franceschini