Nel 2017 assieme ad altri 13 professionisti diede vita alla prima CONFAPI a Treviso
Silvia Sardena è una minuta professionista intellettuale, ora componente della giunta di presidenza di Confapi Venezia – mandamenti di Portogruaro, San Donà, Jesolo, Riviera del Brenta, Miranese, Rovigo, Belluno.
Nel 2017 con 13 professionisti ed imprenditori, diede vita all’unità di Confapi a Castelfranco Veneto, la prima in terra trevigiana.
Ci presentano a Castelfranco, nella sede del Parco Museo delle Fornaci Baghin, donne itineranti intorno ai tavoli di Confapi Treviso, intente ad elaborare modelli di leadership e di best practice applicabili con successo all’interno delle PMI del territorio. Gli sguardi dell’una cadono sul caschetto e sulla fiera compostezza, dell’altra sul manteau orientaleggiante bianco e nero.
Lo sbatti-gomito, ossequioso delle misure sanitarie, precede la conversazione che segue.
Chi è Silvia Sardena?
“Sono un avvocato, socia di Tonucci & Partners, uno studio legale internazionali con più sedi in Italia e all’Estero che assiste e rappresenta le imprese in tutti i settori produttivi. Mi occupo principalmente di contrattualistica interna ed internazionale, nonché di operazioni societarie e di ristrutturazioni aziendali, nelle sedi di Padova e di Milano”.
Perché ha deciso di impegnarsi nell’Associazione del-le Piccole Imprese Italiane?
“Figlia di un dirigente d’impresa che ha fondato la sua azienda nel settore ospedaliero a Castelfranco Veneto, l’Avv. Sardena si è trovata ad essere imprenditrice ancor prima di esercitare la professione forense. Legata quindi al mondo delle imprese per tradizione familiare, ha contribuito alla nascita di CONFAPI Treviso. Interpreta l’associazione come una possibilità per le imprese di fare aggregazione e di avere una voce comune per sostenere il tessuto economico e la crescita sociale.”.
A suo parere, gli obiettivi fissati nel piano Industria 4.0 sono stati conseguiti nelle aziende italiane? E in quelle trevigiane?
“Industria 4.0 è stato ed è uno strumento sostenuto da CONFAPI, condividendone gli obbiettivi.
L’Associazione si è mossa per garantire gli strumenti pubblici di incentivazione ed ha svolto una capillare azione di sensibilizzazione a supporto della transizione digitale nelle imprese. Tuttavia, l’obiettivo di diffondere la pratica digitale fra le micro, piccole e media imprese di tutti i settori economici ed aiutarle a migliorare il proprio grado di conoscenza digitale non è ultimato: né nel territorio trevigiano, né, comunque, in Italia.
L’attenzione va posta all’assistenza nel perfezionamento dei processi di digitalizzazione industriali, soprattutto per quelle imprese di dimensioni ridotte, che ancora faticano a comprendere l’utilità pratica di questo cambiamento – nemmeno conoscendo gli incentivi economici offerti dallo Stato per l’adeguamento delle aziende”.
Il rapporto dell’EU “Industria 5.0” pubblicato il 7 gennaio 2021 riconosce all’industria la capacità di conseguire obiettivi sociali: inclusione, benessere del lavoratore, rispetto ambientale. In qualità di presidente del mandamento trevigiano, come indirizzerà il suo mandato in Confapi?
“Come già menzionato, il ruolo dell’associazionismo in Italia si rivela ancora più necessario che altrove: aggregare attori economici orbitanti in un tessuto produttivo nazionale frammentato e individualistico si rivela assolutamente prioritario in un ambiente globalizzato, competitivo, e in costante mutamento. Acquisire consapevolezza della necessità di aggregarsi è il primo passo dal quale poter riformare una situazione economica generale che si rivela, purtroppo, inefficiente e poco produttiva.
Il mandamento trevigiano, pertanto, sta promuovendo e organizzando incontri di aggregazione volti all’instaurazione di sinergie tra consociati e volti, altresì, alla formazione e all’aggiornamento dei membri affinché possano essere sempre aggiornati sulle opportunità del mercato macro e micro economiche che li circondano. Potremo offrire, altresì, facilitazioni all’ottenimento di capitali di terzi mediante il sistema ConfapiFidi, nonché assistenza dedicata dal punto di vista direzionale, amministrativo, contabile, fiscale e legale mediante l’ausilio di numerosi professionisti che potranno aiutare le imprese a pianificare in maniera sostenibile la propria crescita avvalendosi del miglior impiego delle proprie risorse interne (inclusi i dipendenti)”.
A suo avviso, in che modo le nuove tecnologie possono migliorare la vita in azienda?
“Quante volte abbiamo pensato che le tecnologie di automazione e l’intelligenza artificiale ci rubassero il lavoro. Oggi sono in molti a temere che l’innovazione tecnologica possa causare la perdita di posti di lavoro o incentivare la precarietà lavorativa: timore plausibile.
Secondo un report di Oxford Economics, l’avvento dei robot o dell’automazione porterà alla perdita di 20 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero nel mondo entro il 2030, ovvero l’8.5% dei lavoratori del comparto.
Questa perdita, tuttavia, sarà compensata almeno in termini numerici da una maggiore creazione di nuovi posti di lavoro, dovuti proprio allo sviluppo tecnologico.
La priorità per le aziende diviene dunque quella di preparare ed istruire i dipendenti per le sfide tecnologiche dei mestieri del futuro.
La tecnologia può dare un contributo importate all’impiego della forza lavoro, aiutando le persone a riqualificarsi e alla ridistribuzione delle risorse umane, così riducendo al minimo i tempi ed i costi degli spostamenti.
Le piattaforme per la ricerca del personale possono ridurre il tempo di identificazione di un nuovo impiego e, allo stesso tempo, migliorare le prospettive di guadagno; mentre, per i datori di lavoro, questi strumenti possono migliorare la produttività dei dipendenti e ridurre il costo del recruiting e della formazione.
Gli strumenti di lavoro da remoto quali help desk online, accesso condiviso a video conferenze o documenti, possono consentire a molte più persone di lavorare in modo più indipendente.
Secondo un recente studio, condotto da Deloitte, la tendenza attuale vede una contrazione dei posti di lavoro nell’agricoltura e nel settore manifatturiero, abbondantemente compensata dalla crescita nel caring, nella creatività, nella tecnologia, e nei business dei servizi. Le macchine si occupano delle mansioni più faticose e ripetitive”.
di Sabrina Danieli Franceschini