Il loro nome è Leggenda. Parafrasando il titolo di un noto blockbuster di Hollywood, le Pantere hanno definitivamente iscritto il loro nome nel libro della storia non solo della pallavolo ma dello sport europeo e mondiale. Quasi due anni di imbattibilità attraverso 74 incontri ufficiali affrontati e vinti, sommando nel corso di tale lasso uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe ed una Champions, sono motivo d’orgoglio per il club di Conegliano che ha scalzato dal massimo gradino del podio altre formazioni che in precedenza avevano vergato pagine uniche. Superato l’esempio ormai datato della Teodora Ravenna, miglior squadra d’Italia per numero di vittorie consecutive, le gialloblu di Santarelli hanno prima eguagliato e poi superato il dato delle 73 vittorie consecutive stabilito dal Vakifbank Istanbul tra il 2012 ed il 2014. E chissà cosa sarebbe stato senza la pandemia. O senza quella sconfitta a Perugia a metà dicembre 2019, dopo la conquista a sorpresa del Mondiale per Club, quando lo staff tecnico preferì concedere un turno di riposo alle titolari schierando riserve e ragazzine del Pool Piave, accettando la sconfitta in terra umbra come scotto da pagare per lo sforzo sostenuto in precedenza. Senza quell’occasionale inciampo parleremmo di una striscia positiva ancor più lunga, di un record tendente al centinaio di gare vittoriose, di ulteriore leggenda.
Ma già aver raggiunto e sopravanzato delle corazzate del passato, remoto o prossimo non importa, è un segnale di completa maturità. Ancor di più pensando alle recenti difficoltà incontrate dall’Imoco che in alcuni casi (strano ma vero) è dovuta ricorrere al tie-break per non inciampare. Potenza del desiderio di centrare il record mondiale o della semplice forza di volontà, le gialloblu alla fine sono riuscite a resistere anche agli assalti delle rivali più determinate. Il loro nome è ora giustamente parte degli annali: come il Milan di Capello o la Juventus di Conte, come l’Italia calcistica di Mancini, come ed anzi di più rispetto a squadroni quali il Real schiacciasassi degli anni ’50, la vecchia Sisley dei tempi d’oro o la Virtus Bologna dello Slam 2001. Capitan Wolosz e compagne sono salite sull’Olimpo e da lì non intendono scendere.
Certo, un record è pur sempre un numero. Quel 74 cerchiato dall’iride è un traguardo che non può che inorgoglire i presidenti Garbellotto e Maschio, la famiglia Polo, gli oltre 190 tra sostenitori e sponsor, i tantissimi tifosi ed ovviamente staff tecnico e squadra. Ma appunto è solo un numero, per quanto storico. I risultati per cui Imoco Volley concorre sono altri: la stagione 2021/22 in fondo è appena iniziata, l’unico trofeo assegnato è la Supercoppa (ça va sans dire, in bacheca a Conegliano) ma mancano all’appello i bersagli più grossi ed appetitosi. Come la Champions, che va ad iniziare. O ancor di più, la difesa di un altro titolo incredibile e di levatura mondiale, il trofeo intercontinentale conquistato in Cina a fine 2019 ed ora da rimettere in palio. Si giocherà ad Ankara dal 15 al 19 dicembre, con la formula già sperimentata in passato ovvero due gironi di tre squadre ciascuna, con le migliori due promosse alle semifinali in gara secca e di qui alla finalissima. L’Imoco se la vedrà con le vecchie conoscenze del Fenerbahçe e con le brasiliane del Dentil Praia Clube; nell’altro gruppo ci saranno le altre turche, quelle del Vakif, assieme alle kazake dell’Altay ed alle carioca dell’Itambé Minas Gerais. Per Paola Egonu, nuovamente nel mirino delle società anatoliche, sarà l’ennesima prova del fuoco. Per l’Imoco sarà l’occasione per dimostrare che il record non è una semplice o fortuita casualità ma frutto di un lavoro di consolidamento ai massimi livelli che dura da anni.
di Federico Bettuzzi