IMOCO alza al cielo la COPPA ITALIA

…PER LA TERZA VOLTA CONSECUTIVA

A consegnarla Sergio Mattarella

Quale volto scegliere?

Quello della gioia di capitan Wolosz che riceve dalle mani del Presidente Sergio Mattarella la quarta Coppa Italia (terza consecutiva) della storia societaria di Imoco Volley?

O quello affranto, quasi deluso, di Paola Egonu miglior marcatrice dell’edizione 2021 del Mondiale per Club dopo la sconfitta al tie-break contro le arcirivali del Vakifbank Istanbul?

La stagione 2021/22 delle Pantere di Conegliano non sarà ovviamente uguale a quella passata. E non solo perché sono arrivate le prime sconfitte dopo un’annata da imbattute e dopo aver stabilito il record di imbattibilità sul taraflex – d’altronde per la legge dei grandi numeri, prima o poi almeno un ko doveva arrivare. La possibilità di una profonda ricostruzione da condurre tra qualche mese, rifondando buona parte del nucleo vincente di questi anni, è palese. A cominciare dall’ormai inevitabile scambio di opposti tra Imoco e Vakif, tra Egonu (che un anno fa resistette alle sirene milionarie del Fenerbahçe e che ora pare essersi convinta a traslocare sul Bosforo ma nel club bancario) e Isabelle Haak. Si dirà che sono tutti discorsi prematuri, che in fondo l’estate delle trattative è lontana, che c’è ancora mezza annata da vivere ed un paio di trofei (e che trofei…) da conquistare. Tutto giusto, tutto vero. Ma sarebbe sciocco pensare che la costruzione di squadre vincenti possa cominciare davvero a giugno, che nulla sia avvenuto in precedenza, che nessuna mossa preventiva sia stata compiuta dagli attori dietro le quinte. Certo, intanto la bacheca coneglianese si è arricchita di altri trofei, dalla Supercoppa autunnale alla Coppa Italia conquistata all’EUR con una fantastica rimonta contro la solita Novara. Ed è forse da quella partita, inizialmente difficilissima e poi foriera di ennesima gioia per giocatrici e società, che Imoco Volley deve ripartire. Dalle sue certezze, che si chiamano Wolosz, De Gennaro, Folie, De Kruijf, così come dalla linea verde incarnata da quella Sarah Fahr che a Roma è stata ancora costretta a soffrire lontano dal taraflex e che morde il freno per rientrare, dimenticando il maledetto infortunio patito in Nazionale. Servirà il contributo di tutte per inseguire scudetto e Champions, i traguardi restanti di una stagione comunque fondamentale. E non solo perché celebrerà il decennale della nascita del club, che fu fondato dai co-presidenti Garbellotto e Maschio ad inizio 2012, aprendo una nuova fase dello sport al femminile di Marca. La fame di vittorie e di trofei dell’Imoco non si è certo placata con la scorsa stagione, quella dei record, dell’imbattibilità assoluta, della perfezione. In fondo ogni grande squadra si nutre di sfide continue e, conquistata l’ennesima coccarda, anche le Pantere non possono far altro che lanciare il metaforico guanto ancora una volta. A chi? Alle avversarie domestiche ed europee, cominciando con le arcinote Igor Gorgonzola e Vakif, ma anche a sé stesse. La prova di forza cui sono chiamate da oggi in avanti riguarda la capacità di estraniarsi dalle voci di mercato e dalle prospettive di una rifondazione, confermando dominio tattico ed atletico oltre che piena concentrazione in campo. In palio, come detto, il triangolino tricolore da mantenere sulle maglie da gara – un particolare che campeggia ormai da tanto tempo – e la Coppa più scintillante e più ricercata da trattenere nella propria bacheca. Nei prossimi tre mesi le gialloblu di Santarelli dovranno dimostrare di essere più forti di dubbi, incertezze, sussurri: è la prova più difficile, quella della piena maturità, quella che potrebbe ulteriormente consacrare questa Imoco nel novero delle leggende sportive di ogni epoca.

di Federico Bettuzzi