“Non torno alla politica attiva ma riapro le mie Officine”
C’è stato un tempo in cui mi sono chiesta perché un centrino di borghese famiglia, allievo di scuola privata, avesse scelto di dirigere il Partito Democratico trevigiano.
Nel mio immaginario di democristiana, allieva di Tina Anselmi e Dino De Poli, il privilegio non stava a Sinistra. Ma come tutti i grandi perché della mia esistenza, anche questo interrogativo si è sciolto sotto la canizie.
Così, posti l’una di fronte l’altro, al tavolo del caffè Crich, cappuccio e caffè sotto le nari, gli occhi brillanti ed azzurri di Giovanni Manildo mi paiono solo buoni; a tratti sfuggenti come per una forma di ritrosia sacrestana.
Dopo tre anni di silenzio stampa, mi dice, accetta di scambiare qualche battuta con me. Potenza della stampa libera e gratuita!
Di cosa si occupa, oggi, Giovanni Manildo?
“Sono tornato a fare il mio lavoro di avvocato, in uno studio associato. Mi occupo soprattutto di consulenza ed in questo momento sto lavorando molto nel campo del diritto dell’Energia, comunità energetiche e dell’applicazione del PNrr. Penso che questa sia una grande opportunità per i nostri territori. Sto notando una grande attenzione da parte di sempre un maggior numero di imprenditori al sociale, alla sostenibilità all’ambiente, il proliferare di società Benefit, che hanno una forte valenza sociale, mi fa ben sperare per il futuro”.
C’è un grande brusio politico nazionale sulla parola “centro”. Lei che di centro è sempre stato, che prevede?
“Il centro e’ sempre stato uno spazio che qualcuno voleva riempire. Io sinceramente preferirei un sistema a forte vocazione maggioritaria dove due schieramenti uno di centro sinistra e uno di centro destra, capaci di tagliare gli estremi, si fronteggino per poter garantire un dibattito democratico ed una vera alternanza. Credo poco ad uno spazio politico del centro dettato più da ragioni tattiche che di vera esigenza politica”.
A Treviso, per dieci anni, hai interpretato un pensiero democratico alternativo alla lega. Ritornerà?
“Un pensiero di vera alternanza alla Lega e’ più che mai necessario. Ho avuto la fortuna di esserci, di interpretare un bel momento di alternanza ma non tornerò alla politica attiva. Sono convinto della necessità di contribuire tutti alla creazione di un’opinione pubblica consapevole e per questo riprenderanno i lavori di Officine Aperte, centrati sulla transizione energetica e su cosa vuol dire per noi e per le nostre comunità”.
Cosa resta della “Treviso da bere” dopo due anni di Covid?
“Il Covid ha cambiato e sta cambiando le nostre abitudini e le nostre vite. ha lanciato molte sfide e domande. Difficile dire cosa resterà. Io ho notato che coprirci la faccia con le mascherine per così lungo tempo ha scatenato una nuova esigenza di empatia , di vicinanza, di contatto.
Ecco, spero che questi anni di Covid rilancino una forte idea di comunità e di nuovi contatti”
Che parole non ha ancora detto ai suoi concittadini?
“Ai trevigiani ho sempre detto quello che pensavo e sentivo e continuerò a farlo. Viviamo in una città unica e speciale e per questo continuerò a dire che siamo fortunati a vivere qui e che la nostra città merita l’impegno a migliorarla sempre di più. E’ bello essere Trevigiani.”
di Sabrina Danieli Franceschini