Una “guerra” che sembra non avere fine. “Del doman non v’è certezza”: come reagirebbe oggi Lorenzo De Medici illustre letterato e mecenate che sopravvisse a congiure e tradimenti? Non si intravvede ancora una vera e propria fine del virus che da due anni è entrato prepotentemente nelle nostre vite. Così come siamo nel campo delle ipotesi e nella speranza del ruolo delle diplomazie internazionali per capire come (e se) finirà questa guerra innescata dalla Russia. Al conflitto si era già aggiunta un’altra “guerra”, quella dell’aumento dei costi dell’energia, dei carburanti e delle materie prime. Se lo chiede anche il mondo dell’agricoltura, che anche nei momenti peggiori, vedi crisi iniziata nel 2008, aveva saputo reggere (incremento dell’occupazione), ma oggi vede buio all’orizzonte.
Ne abbiamo parlato con Valerio Nadal imprenditore agricolo dal 1925 la cui azienda esporta vino in tutto il mondo ed è anche presidente del Condifesa TVB (Treviso, Vicenza, Belluno) il Consorzio che raggruppa oltre 10mila imprese. Nella Marca Trevigiana già si vedono i primi segni negativi del conflitto iniziato: con il caro costi una stalla su quattro potrebbe chiudere i battenti.
Presidente Nadal il grido d’allarme delle imprese agricole ha un suo fondamento. Lo stesso presidente nazionale di Coldiretti Pandini ha rivolto importanti appelli a tutti i livelli affinchè vengano prese in considerazione le richieste dei vostri associati. Ma cosa sta succedendo?
“I prezzi ogni giorno aumentano. Il gasolio agricolo costa al litro 1,70 ed è più che raddoppiato. Finita la fase invernale iniziano le semine e le lavorazioni dei terreni. Ci sono anche problemi per quanto riguarda l’approvvigionamento dello stesso gasolio. Prezzi delle concimazioni più che raddoppiate, vedi l’urea che costa oggi più di cento euro al quintale e risulta difficilissimo trovarla, non ci sono garanzie. Ed è indispensabile soprattutto per il mais. Il presidente Pandini ha tutto il nostri appoggio, la situazione sta diventando insostenibile”.
E come se non bastasse anche il prezzo del vetro sta schizzando ……Chi produce ed imbottiglia vino trova un altro ostacolo nel suo già tortuoso percorso.
“Il costo del vetro è aumentato del 10-20 per cento, non sono garantite le forniture soprattutto spesso dobbiamo cambiare formati di bottiglie in quanto non si trova l’assortimento di prima. Ogni varietà aveva un suo formato, oggi bisogna adattarsi a ciò che si trova. Le vetrerie devono far fronte a costi di lavorazione spaventosa a causa costo energia elettrica e gas raddoppiati”.
E la lista della “spesa” non finisce…qui
Gli imballaggi sono introvabili. Anche qui bisogna accontentarsi perché i costi sono aumentati del cento per cento. Facciamo il possibile con ciò che troviamo. Chiediamo al Governo di impegnarsi a trovare soluzioni a favore e sostegno della continuità del mondo agricolo. Vale la pena ribadire che il nostro settore ha tenuto in piedi l’occupazione nel terribile decennio 2008-2018”.
di Lorenzo Baldoni