La nuova direttrice del Salce: due nuove mostre, più didattica, più rete e il sogno del recupero delle testimonianze medievali del San Gaetano.
Elisabetta Pasqualin è la nuova Direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso. La studiosa veneziana è stata richiesta al prestigioso incarico da parte del Direttore Regionale Musei Veneti dottor Daniele Ferrara, a seguito di un interpello indetto negli scorsi mesi, interpello del quale è risultata vincitrice.
Elisabetta Pasqualin, laurea in lettere a Cà Foscari, dopo una breve esperienza come insegnante, ha collaborato con la Sezione Didattica della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici e successivamente con i Civici Musei di Venezia. Per passare poi all’Archivio di Stato di Treviso prima e di Venezia poi, e alla Direzione Regionale con incarico per la didattica e la comunicazione. Elisabetta Pasqualin è anche una popolare scrittrice. Un suo libro, “I bambini alla scoperta di Venezia”, scritto per le edizioni Lapis, è stato tradotto anche in francese ed inglese.
E’ del 1989 “Le altane di Venezia”, Arsenale Editrice, riedito nel 2013, seguito nel 2015 da “Cercatori d’arte alla scoperta della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista”.
Nell’assumere l’incarico trevigiano, la nuova Direttrice ha tenuto a ricordare come l’inaugurazione lo scorso anno della nuova sede di Santa Margherita abbia potenziato e qualificato il Salce, consentendogli un fondamentale salto di qualità.
Adesso quella importante eredità va gestita con un programma di esposizioni ed attività all’altezza di un museo specializzato, di rilievo almeno nazionale.
“Il ritorno ad una certa normalità dopo due anni di pandemia – sottolinea la Direttrice – ci consentirà anche di sviluppare compiutamente gli obiettivi del Salce, anche nella didattica, creando un rapporto sempre più vivace con il territorio, rapporto che è la linfa vitale per ogni istituzione museale. Il Salce è un museo del tutto atipico – evidenzia la dottoressa Pasqualin. Atipico perché non offre ai suoi visitatori alcuna collezione permanente, come invece possono fare tutti gli altri. I nostri “reperti” sono materiali fragili, che non possono restare esposti a tempo indefinito. Ma il nostro patrimonio è così ampio e importante da consentirci di rinnovare, periodicamente, le esposizioni temporanee”.
“In casi particolari, come è accaduto per il grande Omaggio a Renato Casaro, entrambe le nostre sedi sono state occupate da una unica mostra, che si allargava anche al Santa Caterina.
Di norma però, punteremo su due diverse esposizioni, l’una per il San Gaetano, l’altra per il Santa Margherita, in modo da raddoppiare l’attrattività dl Museo. Conto sulla collaborazione dei colleghi per continuare a raccontare la Collezione Salce, dal primo dei manifesti raccolti dal Ragioniere, ai suoi ultimi acquisti.
Scegliere cosa esporre tra i 25 mila manifesti che Salce ci ha lasciato in eredità, non sarà impresa facile. Ma ritengo doveroso render omaggio all’uomo che ci ha messo a disposizione una così preziosa eredità.
Al Santa Margherita va verso la conclusione l’esaltante esperienza della inaugurazione con la mostra di Casaro. Lo spazio espositivo ri-debutterà presto con una mostra tematica, dedicata alla bicicletta, tema molto ben rappresentato nella Collezione Salce.
In autunno l’evento espositivo in San Gaetano sarà una mostra monografica di uno dei maggiori artisti ed illustratori del primo ‘900 italiano. Sul nome dell’autore c’è ancora riserbo, dato che la mostra intende unire alle opere presenti alla Salce anche disegni e bozzetti per i quali le pratiche per il prestito da parte di altre sedi museali sono ancora in corso. La volontà è quella di individuare un programma di iniziative – in tutti i casi in cui questo sarà possibile – che rafforzi il dialogo con i programmi delle altre istituzioni trevigiane e venete perché vorrei che il fare rete diventasse una prassi comune. Coerente è il progetto “Il Salce fuori dal Salce”, che trasforma i prestiti, che quotidianamente ci vengono richiesti da istituzioni italiane e straniere, in una occasione per promuovere l’unicità del nostro Museo.
Nelle mie precedenti esperienze sono stata molto impegnata sul fronte della didattica. Per loro natura i manifesti pubblicitari si prestano fisiologicamente a “dialogare” con i più giovani, obiettivo per noi prioritario.
Il Salce al Santa Margherita vanta uno spazio perfetto per gestire questo servizio. Non altrettanto ancora al San Gaetano.
Concludo con un sogno: completare il recupero della Chiesa di San Gaetano. Mancano ancora il restauro del coro, della sacrestia e degli ambienti superiori, oltre che dell’interno della torre campanaria. In questi ambienti sopravvivono le testimonianze della Chiesa dei Cavalieri Gerosolimitani, antecedenti all’attuale San Gaetano, con affreschi di sicuro interesse e con il monumento funebre di Ludovico Marcello, capolavoro cinquecentesco di Antonio Maria da Milano.
di R.C.