Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi attenti è la pizzeria e ristorante italiano al numero 78 del Terraglio.
Lì dove si erge forte il Giorgi – Istituto Professionale – al lato opposto. E un cuore che non basta agli occhi è il volto sereno di Antonio, il titolare, che dal mare di Procida è salito alle brume padane.
E per la sua tranquillità e per quella degli sportivi che lasciano la Ghirada nelle notti deserte del lunedì con lo stomaco vuoto, riempie di golosi desideri il suo semplice menu: antipasti, primi, secondi, dolci e pizze.
Facile da comprendere anche per il passante, che arriva in Santa Lucia di giorno e di notte, a cercare il calore del cibo italiano e l’onestà del forno ardente e capiente per lasciare commenti deliziati sulle pagine di Trip Advisor.
Facile da trovare per noi, di Treviso30News, che cadiamo sull’ultima convocazione alla pizzata via whatsapp vocale del direttore Zorzo. Pizzata fra noi amici e pure redattori che andiamo e ritorniamo indietro, dopo aver perduto l’anima e le ali sui resoconti della storia; noi che viviamo all’incrocio dei venti e bruciamo di dubbi guardando le persone facili che conoscono sempre la verità.
Per la nostra corona di stelle e di spine, e la nostra paura del buio e della fantasia, la sala di Santa Lucia, è come il violino dei poveri, il ricordo di ciò che fu la barca delle nostre estati, quando noi ragazzini di borgata si cantava e si rideva, pure stonati ma capaci di andare lontano, anche con la pioggia nelle scarpe, anche soli, ma con un sole sopra la testa ed uno davanti alla bocca.
Grazie del cibo quotidiano, Santa Lucia, pizzeria e non solo al numero 78 del Terraglio!
di Sabrina Danieli Franceschini