Responsabile della struttura amministrativa della delegazione italiana presso
il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei
“Il successo arriva se ci metti l’anima, come nell’amore”
Avevamo vent’anni, entrambe portavamo capigliature lunghe, folte e ricce; sedavamo al tavolo regionale della DC: tempi gloriosi di riunioni, eventi a Cortina e Montegrotto.
Barbara Trentin era la rossa di Nervesa della Battaglia, io la bionda di Casier. Cresciute all’ombra dell’oratorio, eravamo passate di “graduatoria” e Renato Sartor, influente segretario della DC provinciale e poi segretario di Cassamarca e Fondazione Cassamarca, ci coltivava nel giardino della SX DC. Un giorno, pensava, avremmo dovuto contenere l’opulenza del Berninismo e di Massimo Malvestio.
I ricci di allora impreziosiscono ancora il viso di Barbara Trentin, così come il successo di una storia politica imperniata sul “riformismo liberale” e trascorsa sui banchi comunali, provinciali, regionali ed europei, arricchiscono la consapevolezza di questa donna che, ai miei occhi, rimane la cara ragazza di quel tempo.
Oggi Barbara Trentin trascorre cinque giorni lavorativi a Bruxelles nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei e le vacanze nella sua adorata Cortina.
La intercetto al telefono mentre trascorre la Settimana Santa nella sua Treviso.
A che punto siamo in Europa nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa?
“Penso che siamo molto lontani dalla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Vi sono in realtà idee molto diverse di cosa è e di cosa si vuole fare di questa Europa. Oggi penso serva un’Europa forte ma rispettosa delle sovranità nazionali.
Oggi l’Europa non ha né una propria politica estera, né una difesa comune. Stiamo vivendo in un’Europa che più che unire, divide. Forse la pandemia e la guerra possono diventare un’opportunità. Si e’ riscoperta con la guerra l’importanza della sovranità nazionale che deve, comunque, essere difesa.
L’Europa ha l’opportunità’ di essere sempre più’ forte solo se ritorna a scoprire le proprie radici e se difende veramente gli interessi dei propri cittadini. Negli ultimi tempi l’Europa ha messo al centro soprattutto la politica ambientalistica, attraverso il Green deal, ponendo vincoli troppo pesanti per le economie di molti paesi europei ed in modo particolare per l’Italia. L’Europa deve tornare ai valori iniziali, di quando i Padri fondatori ne hanno posto le basi. Io credo in una Confederazione degli Stati europei. Ed è questo l’obiettivo che ci si deve porre”.
Con 76 su 705 parlamentari europei, quale gioco di squadra sta conducendo l’Italia in nome del popolo italiano?
“Ritengo che i parlamentari italiani non in tutte le occasioni lavorino insieme per il bene dell’Italia, a differenza dei parlamentari degli altri paesi euro-pei. Molto spesso si pensa più al gioco di partito che all’obbiettivo comune“.
Treviso è Capitale Europea dello sport nel 2022. Che tipo di riconoscibilità ottiene una città cosi sportiva a livello Europeo?
“Treviso è sempre stata una città di sportivi. La cultura dello sport e’ molto viva in città ed in provincia. Pensiamo al rugby, al ciclismo, alla pallavolo, alla pallacanestro, alle maratone, al tennis, al nuoto e molto altro. Qui tutti fanno sport, a tanti livelli, da quello agonistico a quello amatoriale.
A livello europeo questo permette veramente di promuovere una certa idea molto positiva della nostra città, dei suoi abitanti e della nostra imprenditoria. Treviso è conosciuta in Europa per i nostri grandi imprenditori dello sport. Pensiamo, ad esempio, a Fausto Pinarello e alle sue biciclette amate in tutto il mondo.
Treviso Capitale Europea dello Sport è una grande occasione anche dal punto di vista del turismo”.
Alla luce della sua estesa esperienza maturata in provincia nell’ambito del sociale, quali sono a suo parere le imminenti sfide da vincere nel territorio?
“Ci sono parecchie sfide che il nostro territorio deve vincere. La più’ importante secondo me è quella che riguarda i giovani, ovvero il nostro futuro. Io penso che si debba partire soprattutto dall’aiutare le famiglie in un momento di grande difficoltà’ come questo.
Aiutare le famiglie soprattutto a dare un’educazione seria e valida ai propri figli. Questo è alla base di ogni progetto politico serio. L’investire seriamente nell’istruzione è la vera sfida di oggi.
Far crescere ragazzi sani e consapevoli aiuta a rispondere alle sfide future. Accanto all’istruzione ritengo che lo sport sia un altro strumento molto importante per allontanare i giovani dai pericoli. Penso alla droga e all’abuso di alcol. L’impegno nell’attività sportiva, soprattutto agonistica, non lascia tempo per altro. Sento molto parlare dei gruppetti di ragazzi che si sfidano fra loro.
Ecco io penso che sia questa la sfida più importante a cui dobbiamo dare una risposta seria”.
Come ha fatto una donna, bella ed intelligente, ad ottenere amore e successo nella vita?
“Intanto grazie per il bella ed intelligente! Io penso che nella vita ci si debba impegnare molto per raggiungere certi obiettivi. Devo dire che ho sempre cercato di conciliare famiglia e lavoro. Questo punto e’ sempre stato alla base del mio agire.
Quando ero assessore in provincia abbiamo realizzato il progetto Audit famiglia e lavoro. In quel periodo era una tematica completamente nuova, però pensando soprattutto alla mia esperienza personale, abbiamo realizzato dei progetti che successivamente sono stati presi ad ispirazione anche in regione e ne sono veramente diventati un fiore all’occhiello.
Oggi sento molte aziende che vi partecipano e questo mi rende molto orgogliosa.
Io penso di essere sempre stata, comunque, presente in tutti i momenti della crescita dei miei figli facendo anche grandi sacrifici, correndo da una parte all’altra – prima della nostra provincia e poi d’Europa.
Devo dire che forse si sono anche responsabilizzati molto presto. Sono molto fiera di loro. Ho cresciuto un campione nello sport e una ragazza che mi dona grandi soddisfazioni. Devo dire che sono sempre stati molto coinvolti in tutto ciò che ho fatto e lo sono tuttora.
In realtà’ sono stata fortunata anche perché ho trovato un marito che ha sempre condiviso, con me, le mie scelte. Non e’ stato semplice, suppongo, neanche per lui. Io – dal lunedì al venerdì – da molti anni sono a Bruxelles, rientro per il fine settimana. Ma forse è anche questo che tiene sempre vivo il nostro rapporto.
Per ciò che riguarda il lavoro, penso che il successo lo si lo ottenga perché si crede veramente a quello che si fa e ci si mette tutta l’anima. Devo dire che nel mio cammino ho incontrato persone che mi hanno fatto crescere e con le quali ho condiviso un lungo percorso di vita.
Penso soprattutto a Remo Sernagiotto, al quale devo molto e che, soprattutto in certi momenti, mi manca tantissimo”.
di Sabrina Danieli Franceschini