Ulss 2 eccellenza a livello nazionale grazie
al Dr. Giulio Santoro
Fino a pochi anni fa nessuno ci pensava o ci faceva caso, oggi invece è un evidente problema personale e sociale. Stiamo parlando dell’incontinenza.
Ma cos’è l’ incontinenza? E’ una condizione caratterizzata dalla perdita involontaria di urina o feci. Si tratta di una situazione di estremo disagio, soprattutto dal punto di vista sociale e relazionale, che colpisce in prevalenza le donne.
L’incontinenza urinaria, che è anche maschile, si contraddistingue per la perdita di urine occasionale, ad esempio dopo un colpo di tosse o uno starnuto, o per la presenza di uno stimolo a urinare improvviso. Entrambe le condizioni hanno origine in una probabile disfunzione del pavimento pelvico, l’area del bacino in cui è presente un delicato equilibrio tra ossa, muscoli e nervi, che si può alterare per diverse cause.
Il problema è esploso negli ultimi anni tanto che il dottor Giulio Santoro, è stato nominato coordinatore della Rete Aziendale dei Centri per l’Incontinenza e Stomie dell’Ulss 2, e recentemente è stato l’unico specialista in Italia chiamato a relazionare al Ministero della Salute, in occasione della presentazione della Giornata Nazionale della Prevenzione e della Cura della Incontinenza e della World Continence Week.
A parlarci di questa malattia è proprio Santoro uno dei massimi esperti a livello nazionale ed internazionale, autore di cinque libri tradotti in varie lingue e di centinaia di pubblicazioni scientifiche.
“L’incontinenza è una patologia in grado di compromettere severamente la qualità di vita di chi ne è affetto, condizionandone la sfera familiare, relazionale e lavorativa. Nella maggior parte dei casi è vissuta con grande imbarazzo e come un tabù, portando molto spesso all’isolamento ed anche a forme di depressione le persone che ne soffrono. L’incontinenza è un problema sociale che riguarda una elevata percentuale della popolazione. A livello nazionale si stima che il problema colpisca il 3% della popolazione maschile ed il 20% di quella femminile nella fascia di età tra i 20 e gli 80 anni, numeri destinati ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione”.
Questo ha un evidente impatto economico
“L’impatto economico della incontinenza sul Sistema Sanitario è rilevante: i dati evidenziano che il 64% della spesa per l’assistenza protesica è impiegata per l’acquisto di prodotti per assorbenza, cateteri, sacche. Da tale patologia si può guarire, mediante trattamenti riabilitativi, farmacologici o di chirurgia mini-invasiva, tuttavia solo lo 0.4% dei pazienti incontinenti si rivolge a cure specialistiche, anche per mancanza di una adeguata informazione. Per combattere tale problema, la giunta regionale del Veneto nel 2017 ha istituito la rete dei Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza. Mettendo in rete le professionalità esistenti – sottolinea Santoro – si garantisce l’appropriatezza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, sia in termini di efficacia clinica sia in termini gestionali-organizzativi, a favore delle persone affette da tale condizione. L’efficacia clinica viene perseguita attraverso percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali condivisi sul territorio regionale, mentre l’adeguatezza sotto il profilo gestionale-organizzativo consente un corretto utilizzo delle risorse, bilanciando tempi di attesa e modalità di erogazione delle prestazioni in base al bisogno. Il modello della rete – prosegue – si basa su tre livelli di assistenza: il primo è rappresentato dai medici di medicina generale, che han-no un ruolo fondamentale nella intercettazione della patologia e nel fornire la assistenza primaria; il secondo livello, presente in ogni Distretto, garantisce l’assistenza specialistica sia ambulatoriale che ospedaliera, attraverso un primo inquadramento diagnostico e l’attivazione di un iniziale percorso di cura; il terzo livello si realizza in centri di riferimento di alta specializzazione, dove si eseguono esami diagnostici ed interventi chirurgici di alta complessità. In fase di prima applicazione, in Veneto, la AULSS 2 di Treviso è stata la prima a realizzare concretamente il Centro e la Rete”.
Come fate a sensibilizzare questo problema?
“Facciamo formazione e informazione portando il nostro camper “INCONT..riamoci” in giro nelle piazze o facendo degli incontri in vari sedi comunali. Siamo stati a Villorba, Paese, Montebelluna, Valdobbiadene, Ponte di Piave, Castelfranco, Giavera del Montello, mettendoci a disposizione dei cittadini per fornire elementi utili per capire se soffrono di questo problema e per evitare che magari per timore o vergogna non si rechino nei centri dedicati”.
L’incontinenza si può prevenire?
“Certamente. Ci sono tre livelli di prevenzione: la primaria, che consiste nell’evitare di ammalarsi, agendo su fattori alimentari, aumentando la attività fisica, evitando il consumo di alcool e fumo, adottando corretti comportamenti di igiene intima. La prevenzione secondaria consiste nell’identificare la malattia in fase precoce e quindi curarla evitando che diventi cronica. Ecco l’importanza di rivolgersi agli specialisti alla comparsa dei primi sintomi. Infine la prevenzione terziaria consiste nell’evitare complicanze nelle persone con incontinenza in fase cronica”.
Senza entrare nei dettagli quali sono i soggetti più esposti?
“Intanto sfatiamo un luogo comune: l’Incontinenza non è problema che coinvolge persone di una certa età ma chiunque. I motivi sono molti. Le donne, ad esempio, lo possono accusare dopo il parto in conseguenza di traumi ostetrici ai muscoli del pavimento pelvico. Con l’arrivo della menopausa, anche prima dei 50 anni, c’è un importante indebolimento dei muscoli per la riduzione degli ormoni estrogeni.
A volte il problema coinvolge anche i bambini di genitori che si separano, a causa di stress emozionali che lasciano segni. Infine nell’umo la incontinenza può insorgere dopo interventi alla prostata”.
Insomma è fondamentale riconoscere precocemente il problema…
“Assolutamente, ed in questo un grande lavoro è svolto dalle Associazioni Pazienti Incontinenti e Stomizzati, che sono sette nella nostra Regione. Tali Associazioni collaborano con il nostro Centro e con le attività sociali di Informazione”.
Il Centro che lei dirige, quante persone comprende?
“E’ un gruppo o un team multidisciplinare che comprende ginecologi, chirurghi colorettali, urologi, gastro-enterologi, chirurghi pediatrici, fisiatri, fisioterapisti, nutrizionisti, psicologi, che i vari reparti, a turno ci mettono a disposizione per consulenze. Il paziente è al Centro del Percorso di diagnosi e cura e sono gli specialisti che gli ruotano intorno a seconda delle necessità. Inoltre gli infermieri enterostomisti, che lavorano stabilmente al Centro, si prendono cura dei pazienti stomizzati. Tutta questa enorme attività è gestita da una Coordinatrice infermieristica, la dottoressa Rita Cian, che è una figura essenziale perché tutto funzioni nel migliore dei modi. In meno di 3 anni di attività. Dal 5 agosto 2019, giorno di inaugurazione del Centro da parte del Presidente Zaia, e nonostante le difficoltà legate al COVID, abbiamo eseguito oltre 20.000 prestazioni e portato un risparmio per la Azienda di oltre due milioni di euro”.
Qual è il suo sogno?
“Vedere la nascita di un Reparto solo per l’incontinenza e la realizzazione di un polo Chirurgico per tutti i pazienti della Marca Trevigiana”.
di Giampaolo Zorzo