Risorse umane? Il valore delle aziende.
Zanatta caffè, nota caffetteria di Silea, festeggia i suoi primi 25 anni di attività ma i due soci, Marco Zanatta e Giulia Lovisetto lo fanno sottovoce.
Il loro stile sobrio suggerisce di “volare” a bassa quota senza molti clamori anche se il vero motivo è la paura, la paura per il futuro non solo della loro attività ma del “mondo lavorativo”.
“Da un recente studio -dice Marco- sono emersi dei dati che fanno venire i brividi”.
Ad esempio?
“Nei primi due mesi di quest’anno, le interruzioni dei rapporti di lavoro sono aumentati di circa il 50%” un dato che non ha precedenti e che lascia tutti con il fiato sospeso. Il futuro non passa certo di fronte a questi numeri”.
Quali sono i motivi di questa emorragia?
“Le dimissioni dei lavoratori sono sempre più diffuse e non sempre sono collegati a motivi economici e soprattutto sono persone assunte a tempo indeterminato quindi con una certa sicurezza per il futuro”.
Come si spiega allora?
“Analizzando i casi prendendo il 70% sono gli stessi dipendenti a lasciare il posto di lavoro e quindi possiamo parlare di dimissioni volontarie. I motivi sono molti ma soprattutto collegati alla vita privata. Adesso non si cerca più il lavoro come una volta, scegliendo magari quello che garantiva un maggior stipendio.
Adesso i giovani scelgono un lavoro dove li impegna per poche ore al giorno magari un part time che possa garantire molte ore libere da dedicare a sé stessi e che porti ad un miglioramento della qualità di vita. In questa montagna di dimissioni c’è persino chi ha lasciato il posto di lavoro pur non avendo una alternativa”.
Ma chi sono quei lavoratori che decidono di lasciare un impiego solo per migliorare la qualità di Vita? Come possono pensare di vivere bene senza una adeguata entrata economica?
“Non necessariamente sono giovani e magari con un basso grado di istruzione ma soprattutto adulti e laureati.
Si accontentano di un salario minimo in modo da poter poi, di accedere al reddito di cittadinanza. Di questo passo vedo il mondo del lavoro in grande difficoltà”.
Da un recente sondaggio risulta che una azienda su cinque non riesce ad assumere, Come spiega questo fenomeno?
“Ad una specifica domanda se le aziende hanno il giusto personale e se devono aumentare la forza lavorativa, il 40% ha risposto di avere l’organico al completo mentre molti altri hanno risposto di aver difficoltà a trovare manodopera specializzata a causa delle tasse sul lavoro troppo elevate infine il 21% ha risposto di avere difficoltà a trovare manodopera per colpa del reddito di cittadinanza.
C’è poi un allarme per gli stagionali perché gli imprenditori denunciano la difficoltà a trovarne perché i giovani preferiscono situazioni meno precarie come un contratto a tempo inde-terminato oppure perché non accettano di lavorare nei fine settimana o di fare i turni di notte”.
I tempi sono cambiati basta pensare ai sacrifici dei nostri genitori….
“Una volta lavoravano da mattina a sera, e magari per farlo dovevano percorrere lunghe distanze a piedi o in biciletta e si spaccavano la schiena ma non si lamentavano mai e a noi figli non facevano mancare nulla.
Chiaro che adesso la società è cambiata ma francamente questo nuovo approccio al mondo del lavoro mi preoccupa e non poco”.
Colpa della classe politica?
“Oggi il pensiero politico è ridotto ai minimi termini. La classe politica non ha più né pensiero né cultura, ignora le scienze umane e i metodi per affrontare la complessità del mondo. Ci sarebbe bisogno di un’azione congiunta tra stato e cittadini che produca ai cittadini uno risveglio dei problemi e delle disuguaglianze sociali esistenti”.
di R.E.