Nella mia vita l’incontro e il confronto con gli uomini è utile ed arricchente.
Missione Parità di Genere.
In una fase storica che fa del pensiero fluido e A- gender una discriminante fra la zona d’innovazione sociale ed il suo contrario, trattare di Parità di Genere ovvero di Pari Opportunità attraverso un referato ed un’organizzazione gerarchica ed istituzionale appare già una missione impossibile. Tutto è cambiato dalle premesse e richiede un metodo di approccio ed analisi diverso.
Il metodo d’impatto sociale?
Un metodo che presuppone che il problema sociale sia stato generato e persista a causa di una complessa combinazione di azioni ed omissioni agite o disattese da tutti i protagonisti della società; un metodo che trova soluzione dallo sforzo congiunto di tutte le componenti sociali: aziende profit, enti locali, agenzia di governo, enti no profit, cittadini portatori di ruoli.
Nelle valutazioni dell’Università di Harvard, gli ambiti sociali dove il metodo d’impatto sociale trova buone ricadute sono, fra altri: l’emarginazione, i problemi dei minori, la creazione di nuova occupazione.
Dal punto di vista del metodo, l’adozione del metodo di ’impatto sociale implica che ciascun componente adotti il punto di vista degli altri componenti e non esclusivamente il proprio.
Viene richiesta, inoltre, un’accurata raccolta di dati, approfondita analisi e distribuzione della stessa e, dunque, la formazione di un approccio comune in cui tutti i componenti del team – autorità, leader, e comunità locali – si riconoscono.
Qual è, oggi, a suo parere un vero obiettivo di parità di genere? E come può aiutare le donne a raggiungerlo nel tempo concessole dal suo mandato?
“Quest’anno, per la prima volta, abbiamo realizzato un Festival interamente dedicato all’approfondimento sulla parità di genere Treviso Città per le donne.
Un tema affatto semplice e tanto cruciale per lo sviluppo armonico della nostra città, ma anche del Paese, tanto da essere uno degli obiettivi strategici dell’Agenda 2030. A mio parere la priorità va individuata nel lavoro. Mi spiego meglio, serve in-vestire nei servizi e nelle norme che favoriscono la conciliazione dei tempi vita/lavoro, ma anche in un cambio culturale nei carichi di cura.
Oggi è importante sviluppare, soprattutto con un chiaro indirizzo nazionale, il paternage accanto al maternage aiutando i papà e le mamme a crescere insieme nel ruolo di cura, individuando un carico equilibrato e adatto al ruolo che entrambe le figure esercitano nella crescita dei figli. Le famiglie vanno aiutate riducendo il gender pay gap ovvero la differenza di stipendio che ancora esiste tra un uomo e una donna a parità di ruolo e competenza, un argomento cruciale per favorire la natalità, ma anche per prevenire quella che oggi è una certezza: il rischio povertà diffusa tra le pensionate del futuro prossimo.
In questo ci siamo impegnati a sostenere i servizi alla prima infanzia, in modo particolare garantendo il servizio dei Nidi Comunali e supportando le strutture paritarie che nel nostro Veneto rispondono con i loro servizi educativi a più del 60% delle famiglie nella fascia 0-6.
In questo mandato, che scadrà fra sette mesi, ho avviato il servizio di Spazio Famiglia con educatrici specializzate a supporto delle famiglie trevigiane, mantenuto Spazio Donna ampliando le progettualità promosse, attivato, grazie all’inestimabile supporto delle associazioni trevigiane, la Rete Primi Passi che promuove attività gratuite di supporto alla genitorialità, cura dei piccoli e delle piccole, ma anche prevenzione degli incidenti in età pediatrica e della depressione post-parto grazie alla collabo-razione con il SUEM e l’ULSS 2.”.
Ci descriva i progetti Spazio Famiglia e Famiglie in Rete: presupposti, beneficiari, obiettivi con-seguiti.
“Spazio Famiglia” è un servizio di supporto alle famiglie di Treviso, prevalentemente con figli minori in età scolare.
Le educatrici si occupano anche del coordinamento di iniziative che coinvolgono la rete di associazioni che operano in città. Il servizio è aperto due giorni a settimana: il lunedì dalle 09.00 alle 17.00 e il venerdì dalle 09.00 alle 19.00 e su appuntamento, questo per facilitare l’accesso dei genitori lavoratori. A Spazio Famiglia si possono trovare tutte le in-formazioni sui servizi extrascolastici (doposcuola, centri estivi…) ma anche per il tempo libero.
Le operatrici sono di supporto nella richiesta di buoni libro, voucher fattore famiglia e orientano ai servizi specialistici del territorio qualora ne sia rilevata la necessità.
Lo sportello opera in stretta connessione con l’Assessorato e in rete con le associazioni del territorio che partecipano anche al Tavolo comunale per la Famiglia e i Minori.
Famiglie in Rete invece è un progetto avviato anni fa dall’azienda socio sanitaria e che oggi è gestito dai 14 comuni aderenti, il cui capofila è Paese.
Scopo del progetto è quello che famiglie, coppie o single con un po’ di tempo e di idee da offrire affianchino e sostengano altre famiglie con figli minori in un’ottica di prevenzione e sostegno.
Il progetto si rivolge a famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà relazionale, educativa o organizzativa e che possono trarre beneficio dal supporto di una rete di prossimità”.
Ci racconti se e come gli uomini hanno sostenuto Gloria Tessarolo nella realizzazione dei suoi sogni.
“Indubbiamente sì, nella vita come nella professione l’incontro e il confronto con gli uomini è stato utile ed arricchente. Ovviamente se oggi con due bimbi ancora piccoli posso dedicare tempo ed energie al mio assessorato lo devo a mio marito, molto presente in famiglia e di supporto quando ho bisogno di un confronto libero da pregiudizi su temi e progetti che riguardano il mio lavoro nel sociale.
Avere accanto un uomo che condivide con me i carichi di cura della nostra famiglia e che crede nel lavoro che faccio e in come lo porto avanti è essenziale perché io possa dedicarmi con serenità ad un ruolo molto delicato, come quello delle politiche sociali, il lavoro per le persone che vivono momenti
di difficoltà.
L’altro uomo che ha creduto in me sostenendomi nel mio sogno è il Sindaco Mario Conte che quando ha deciso di puntare su di me ha fatto una scelta molto coraggiosa, direi unica per un uomo in politica: scommettere su una neomamma ed attendere che potessi farmi carico del ruolo dopo lo svezzamento di mio figlio. Decidere di attendere per 6 mesi l’Assessore alle Politiche Sociali, sapendo che è una donna con un bimbo di 7 mesi e una bambina di 3 anni è una scelta coraggiosa e rivoluzionaria nell’Italia di oggi, ma che ha dato un messaggio chiaro alla politica, agli uomini e alle donne e soprattutto lo ha dato a me. Ovviamente la fiducia è totale e solo con fiducia e perseveranza i sogni si realizzano”.
La popolazione trevigiana è largamente nell’area delle fragilità. Come si è sviluppata la sua strategia di sostegno sanitario alla terza età e che ruolo ha affidato al volontariato e Terzo Settore?
“Oggi a Treviso le persone over 65 sono il 25% della popolazione. Questo è merito di una città, la nostra, che offre servizi sociali e sanitari di livello ma anche una qualità della vita ambientale e culturale che favorisce la longevità.
Oggi a Treviso anziano non è sinonimo di fragile e questo grazie ad una città che sa offrire molte opportunità anche ai numerosi anziani che vivono soli: le famiglie composte da una sola persona sono il 43% del totale.
Penso ad esempio alle numerose associazioni dove gli over 65 fanno volontariato, le stesse che poi supportano gli anziani con qualche difficoltà ad esempio accompagnandoli a fare le visite mediche o la spesa, ma penso anche ai gruppi di cammino aderenti al progetto Ridatti una mossa dell’ULSS 2 che promuovono i corretti stili di vita e l’attività all’aria aperta per prevenire le malattie dovute ala sedentarietà.
Treviso ha anche molti i centri ricreativi anziani che collaborano con il mio assessorato credendo fortemente nell’invecchiamento attivo.
In questi centri si organizzano attività di pittura, ginnastica dolce, teatro, gioco delle carte, danza, ma anche laboratori di educazione digitale anche creando scambi intergenerazionali con gli studenti. Il progetto TAAFE, ad esempio, ha realizzato delle guide agili per consentire agli anziani di prenotare una visita medica o di mettersi in contatto con il proprio medico curante per prescrizioni e visite. Da qualche settimana sulla scia di questo progetto è nato ODG.
Orientamenti Digitali tra Generazioni che vede Treviso capofila di dieci comuni dell’hinterland per condividere quest’esperienza generativa con i gruppi anziani dei loro territori”.
Treviso sta diventando architettonicamente accessibile alla sua popolazione, tutta?
“Da quattro anni con l’ausilio della figura del Disability Manager, l’Arch. Rodolfo Dalla Mora, l’amministrazione sta lavorando all’abbattimento delle barriere architettoniche e affinché si diffonda una cultura inclusiva, che significa accessibilità non solo alle persone con difficoltà motorie, ma anche ai cittadini con disabilità sensoriali e cognitive.
Un progetto affatto semplice ma che si sta concretizzando in azioni ben visibili, come il nuovo percorso per salire sulle mura cittadine, che sono il parco pubblico della città con ampi camminamenti, spazi gioco ma anche sede di numerosi eventi.
Con il settore dei lavori pubblici si è lavorato affinché chiunque oggi possa salire e godere della bellezza delle mura antiche e del viale alberato.
Ma accessibilità è anche il rifacimento dell’ingresso alla sede municipale dal cortile di Ca’Sugana e il progetto che interessa Palazzo Rinaldi, sede dell’anagrafe e di numerosi uffici fruiti dal pubblico.
Inoltre lo scorso anno il Consiglio ha approvato il nuovo PEBA che prevede un investimento comunale di oltre 5.2 milioni di euro in dieci anni con interventi che riguarderanno 28 edifici comunali; 33 edifici scolastici di cui 2 asili nido, 8 materne, 23 elementari e 7 medie; 22 impianti sportivi; 13 piazze; 5 parcheggi e 2 parchi.
Un poco alla volta la città sta diventando una città per tutte e tutti”.
CHI È GLORIA TESSAROLO
Gloria Tessarolo è portatrice volonterosa ed onesta delle deleghe alle politiche per: le pari opportunità (inclusi asili nido), sociali e sanitarie per la terza età (e per il volontariato e Terzo Settore), per la città accessibile (incluse politiche per la casa e piani di edilizia pubblica e sua gestione), demografiche (per immigrazione e migrazione).
Pordenonese, nata negli anni Ottanta, arriva a Treviso dopo significative esperienze nel comune di Oderzo (dal 2009 al 2011), nel consiglio di amministrazione di Rai Cinema (2010-2013) e della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Treviso (2005-2007. Bruna, slanciata, elegante anche dopo due maternità ravvicinate, occupa poco spazio sui media locali e nazionali nonostante padroneggi le tecniche di produzione e comunicazione avendo conseguito una laurea a Venezia in Lingue ed un master in produzione multimediale.
di Sabrina Danieli Franceschini