“Treviso, città d’acque”. Un tempo, sicuramente.
È sconfortante passeggiare per il centro in questi giorni di primavera e notare come il livello del Siletto, del Cagnan, del Botteniga e dei vari canali sia bassissimo. La cura dei fondali non è discussione, anzi l’unico pregio di questa contingenza è poter ammirare i ciottoli sul fondo oppure le alghe o alcune trote alla ricerca di cibo. Ma al di là di queste piccole chicche estetiche, l’allarmante situazione idrica è evidente.
Una volta Treviso era la città non solo dei canali limpidi ma anche delle fontane e delle fontanelle – di queste ultime ne restano ben poche dopo chiusure, limitazioni o rimozioni. L’arrivo della bella stagione coincideva con la ricerca del refrigerio attraverso un semplice rubinetto pubblico da cui sgorgava fresca, invitante quell’acqua dal sapore leggermente ferroso, prodotto delle falde in profondità e delle tante risorgive.
Da anni come detto le fontanelle pubbliche sono divenute rarità. E la scarsità di precipitazioni piovose negli ultimi inverni ha reso sempre più difficile la situazione dei fiumi e dei canali, mostrando a tutti la criticità del momento che stiamo attraversando. L’incubo dei razionamenti sta già facendo capolino qua e là e gli agricoltori lamentano l’innalzarsi delle temperature che, assieme alla scarsità d’acqua ed alla presenza di insetti infestanti, mette a rischio parecchie colture.
In questo clima di incertezza è fondamentale evitare gli sprechi. L’acqua sta diventando il bene più prezioso al mondo, quindi va utilizzata con grande attenzione. E aspettiamo tutti un intervento finalmente risolutivo per le reti idriche dei centri abitati, ancora oggi in diversi casi afflitte da fenomeni di eccessiva dispersione: nel pieno di un’emergenza, ogni stilla è preziosa e non ci si possono più permettere certi lussi.
Ci attende una stagione quindi davvero calda e, si spera, non flagellata dalla sete. Per distrarvi dalle preoccupazioni, la nostra rivista vi propone in questo numero diversi argomenti tra attualità ed approfondimenti.
E nell’imminenza della Pasqua e della Liberazione del 25 aprile, auguro a tutte le nostre lettrici ed ai nostri lettori un sereno periodo festivo in attesa di rileggerci su queste pagine con il prossimo numero.
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