Il Re della ceramica e della porcellana, campione di rally e filantropo dello sport
“Mio padre è sempre stato un uomo molto curioso ed in qualche modo poliedrico: appassionato viaggiatore, si interessava di conoscere le varie culture del mondo, sempre aperto al contatto umano, per nulla condizionato da posizione sociale o rango, lui cercava avidamente nutrimento attraverso lo studio e la cultura”.
Così Tonino ricorda il papà Aldo, deceduto recentemente a 100 anni.
“I suoi interessi – prosegue – spaziavano dalla politica allo sport, dall’economia alla letteratura, per cui negli anni si è costruito una biblioteca che conta oggi migliaia di volumi. Grande appassionato
d’arte, di musica, era un melomane che non ha mai mancato l’appuntamento con la prima della Scala, fino alla fine dei suoi giorni. In età giovanile si era avvicinato al mondo politico, con il quale ha successivamente mantenuto relazioni personali, così come ha fatto per l’economia e la finanza.
Queste sue relazioni e nozioni le ha riversate nelle sue attività imprenditoriali che, da quella storica di famiglia fin dal 1775 nel campo dei laterizi ha voluto poi di-versificare nel 1946 nelle ceramiche e porcellane da tavola, sviluppando negli anni il più importante gruppo nazionale.
Amava l’associazionismo, da quello confindustriale (per molti anni presidente dell’Associazione degli industriali di Treviso) a quello sportivo, a quello culturale e/o di servizio umanitario (socio fondatore del Lions club e del Panathlon cittadino), rendersi utile per la propria città, sempre convinto dell’importanza della funzione sociale e cristiana dell’imprenditore per lo sviluppo dell’economia locale e non solo. Come padre era rigoroso ed esigente, ma allo stesso tempo liberale e generoso, ha sempre assecondato tutte le passioni di noi figli, come l’automobilismo nel mio caso”.
Avete ceduto il marchio Tognana, ma l’impegno nel settore della ceramica e della porcellana continua con la Manifattura Geminiano Cozzi Venezia 1765. Nel 2021 avete presentato una Limited Edition con lo street artist Endless e inaugurato un bellissimo murales a Sant’Antonino.
“Ho affiancato mio padre nelle vicende dell’azienda, fin da quando portavo i pantaloni corti, accompagnandolo alle fiere internazionali del settore e quindi la passione per le ceramiche è nata in me come qualcosa di naturale. Negli anni in cui gestivo la Tognana Porcellane, che aveva rilevato la storica ceramica Andrea Fontebasso, ebbi la possibilità’ di collezionare, tra le altre, anche antiche porcellane della storica Manifattura Geminiano Cozzi, fondata a Venezia nel 1765, di cui in seguito ho acquisito il marchio.
E grazie anche alla spinta e sollecitazione di Tamara decisi, una volta ceduta la Tognana Porcellane, di far rinascere questo storico marchio di eccellenza, segnando il debutto del nuovo corso della manifattura attraverso una mostra organizzata presso il Museo di Ca’ Rezzonico a
Venezia, con centinaia di pezzi di allora che ancor oggi i collezionisti di tutto il mondo si disputano a fior di migliaia di sterline nelle aste londinesi di Soteby’s o di Christie’s.
Oggi la produzione è specializzata nel segmento dell’ospitalità di lusso (hotellerie, ristorazione, aerei, yacht e residenze esclusive) e Geminiano Cozzi Venezia 1765 è l’unico brand italiano, che offre, oltre alla porcellana fine, anche la real fine bone porcelain.
Con la Art Collection siamo impegnati nello sviluppo di nuovi oggetti, rivisitati con gusto moderno, per dar voce a talenti, artisti e designer contemporanei, come nel caso del celebre street artist londinese Endless, che oltre ad aver dipinto un enorme murales presso la nostra sede a Treviso in via S. Antonino 352/ b , visibile al grande pubblico, ha firmato una nostra edizione limitata con i simboli delle più famose icone contemporanee. Oggi ci possiamo definire con orgoglio tra gli ambasciatori del made in Italy, con una produzione di nicchia, anche su misura e di lusso, che contempla prestigiosi ed eleganti manufatti”.
Lei è stato un campione dei motori nel mondo del rally. Come è nata la passione per le quattro ruote? E il suo rapporto con la Ferrari?
“Ho sempre praticato molti sport, ma la mia passione principale, a differenza di mio papà , che prediligeva il ciclismo, è sempre stata per le automobili da corsa , in particolare per quelle da rally, cioè le corse su strada, che andavo ad assistere in giro per l’Italia fin da ragazzo. A soli 19 anni debuttai quindi nei rally, e dopo anni di apprendistato con le Opel, grazie ai buoni risultati conseguiti, riuscii ad ottenere e guidare vetture competitive ufficiali delle varie Case Automobilistiche, dalla Fiat Abarth, alla Ferrari, allora sviluppata dalla Michelotto di Padova, alla Lancia, ed infine alla Porsche. Nella mia carriera ho corso con 31 diverse vetture, riuscendo a vincere al debutto per 10 volte con altrettante diverse automobili.
Un ricordo in particolare, che mi emoziona sempre: sono stato l’unico pilota nella lunga storia della
Ferrari e dei rally ad aver portato una vettura del Cavallino rampante alla vittoria, nel 1982, del campionato Italiano dei Rallies Inter-nazionali, da sempre dominato da tutte le altre case automobilistiche, dalla Lancia alle Alpi-ne Renault, all’Audi, Porsche, Opel, Ford, Toyota ecc. ed an-che il primo ad aver portato alla vittoria la Lancia Rally 037 che debuttò proprio in quell’anno.
Ebbi quindi allora la fortuna, l’onore ed il privilegio di conoscere l’ing. Enzo Ferrari che anche di questa vittoria, per lui e per la sua azienda del tutto singolare ed unica, andava molto fiero.
Ancora oggi la passione per le corse è sempre viva, condividendo con Giuliano Michelotto ed un gruppo di validissimi ex colleghi, amici e professionisti il progetto della rinascita e re-surrezione dello storico marchio Isotta Fraschini, fabbrica di auto-mobili fondata a Milano nel 1900.
La nuovissima e potentissima Isotta Fraschini LmH tipo 6, appena ultimata e creata dalla Michelotto Engineering di Padova, debutterà infatti nel mese di luglio a Monza nel campionato mondiale endurance per vetture sport prototipi”.
Lo sport è sempre stato nel dna della famiglia Tognana. Siete stati coinvolti nell’organizzazione dei Mondiali di Ciclismo del Montello, siete soci da sempre nel Panathlon Treviso.
Quali sport seguivate lei e suo padre?
“Come detto per mio papà il ciclismo è stata la passione più grande: negli anni ‘60 e ‘70, assieme a Nane Pinarello fondarono una squadra di ciclisti dilettanti, appunto la Tognana Pinarello, che raccolse successi e sfornò anche veri talenti come Adriano Durante e Silvano Schiavon.
Nel 1985 poi, a capo di una cordata di imprenditori e appassionati veneti, come Remo Mosole tra gli altri, organizzò i Campionati mondiali di ciclismo per professionisti sulle strade del Montello e nel velodromo di Bassano del Grappa.
Negli ultimi anni non mancava di assistere alla televisione ad alcuna tappa del Giro d’Italia o del
Tour de France.
Altra passione per lui era il tennis e l’automobilismo, avendo assistito alle varie Mille Miglia che attraversavano le più importanti strade d’Italia, passione che evidentemente mi ha trasmesso e che per me è stata anche una ragione di vita e divertimento.
Anch’io, nel 1983, dopo aver vinto il campionato, organizzai e portai sulle strade della provincia di Treviso il primo Rally della Marca Trevigiana, che poi condussi per ben 23 anni.
E da sportivi, lui fu anche il fondatore del Panathlon club di Treviso, di cui io faccio parte fin dal 1982.
Da sempre la famiglia Tognana ha un rapporto speciale con Treviso. Cosa le piace di questa città?
“I miei antenati arrivarono a Treviso nel 1700 dalla Svizzera e dall’Austria, e si sistemarono nelle campagne di S. Antonino dove nel 1775 Clarimbaldo Tognana fondò la fornace, tuttora attiva, i cui mattoni e coppi servirono alla costruzione della città e venivano anche trasportati, via Sile, a Venezia.
Sempre con i mattoni della fornace anche i miei prozii, entrambi poi divenuti parroci dei loro rispettivi paesi, costruirono le loro chiese di Santa Cristina e di Arcade, vicino a Treviso, mentre una mia prozia, Rachele Tognana, divenuta valida pittrice, girava in lungo ed in largo i bicicletta, armata di cavalletto, tele e colori, per ritrarre i più bei scorci del Sile e della città. Una mostra monografica a lei dedicata fu poi organizzata a Ca’ dei Carraresi e sotto la regia di Goldin.
E la famiglia Tognana è quindi indissolutamente legata alla città di Treviso ed alla sua gente, sia perchè di Treviso sono sempre state le principali maestranze delle fabbriche e delle nostre attività, sia perché quasi tutti i discendenti e parenti non hanno mai voluto lasciare la città o i paesi vicini , come Casier. A Treviso si vive bene e, a dispetto delle piccole dimensioni, la città ha dato alla luce artisti, uomini di cultura e grandi imprenditori le cui aziende e brand sono vere eccellenze riconosciute a libello internazionale.
Recentemente ha scritto un libro “Quei rally con il Cavallino” che racconta la cavalcata al titolo italiano nel 1982.
“Sì, durante il Covid, l’ASI, cioè l’Automotoclub storico Italiano mi chiese di scrivere la mia storia sportiva, e così ho trascorso, quasi senza accorgermi, ma proprio di-vertendomi , tutti i week end del forzato periodo di clau-sura dovuto al lockdown, rovistando tra i cassetti le foto delle mie corse e rispolverando gli appunti ed i ricordi degli anni di gare.
Ne è uscito un libro di foto e ricordi che è sul mercato e che probabilmente non avrei mai scritto, se non fossi stato allora costretto a casa per alcuni mesi. Ho raccontato così, a briglie sciolte, ricordi e aneddoti di tanti anni di corse, dai rally ai circuiti, dai rally raid alle gare con le auto storiche e soprattutto la stagione vittoriosa con la Ferrari 308 Gtb , quella con il “cavallino rampante”.
di Andrea Vidotti