L’analisi di Franceschini, presidente dell’ANTEAS di Treviso
Le questioni riguardanti la sanità sono sempre al centro dell’attenzione dei media che danno ampio spazio alle dichiarazioni dei vari responsabili siano essi dell’Ulss della regione e ultimamente anche di chi sta investendo nella sanità privata.
Tutto questo comunicare il più delle volte fa a pugni con la realtà che tutti i giorni si trovano a vivere le persone che non hanno risposte in tempo utile per le loro visite specialistiche, che attendono mesi per un intervento ma, l’ULSS dice state tranquilli stiamo recuperando l’arretrato e, nel frattempo rimangono aperte le porte per le visite specialistiche private in ospedale la cosiddetta INTRAMENIA; se si volesse veramente recuperare l’arretrato ma mantenendo il corrente andrebbe sospesa o ancora meglio come fa un ospedale d’avanguardia della Lombardia non si fanno proprio visite a pagamento se non sono state soddisfatte le visite specialistiche normali.
Per non parlare dei ricoveri rispetto ai quali si continuano a diminuire i posti letto riservandoli prevalentemente alle malattie acute; ma se sei un anziano la peggior cosa che ti può capitare è che al termine dell’acuzie che dura di solito pochi giorni, a prescindere dalla tua situazione, ti si vuole dimettere senza considerare che magari sei solo che non hai una casa adeguata che non hai una rete famigliare e quindi nessuno che ti può aiutare.
Allora viene spontanea la domanda ma dove sono le case di comunità da anni promesse e mai rea-lizzate per non parlare degli ospedali di comunità anch’essi promessi e mai realizzati che dovevano essere il primo luogo in cui l’anziano fragile, superata la fase acuta che lo ha portato a doversi ricoverare in ospedale poteva trascorrere il tempo necessario per riprendersi prima di tornare alla vita normale.
La mancanza dei medici di base, di cui molto si parla e che non è sanabile nel breve perché mancano i medici ma anche perché preferiscono lavorare nel privato o fare altro “medici a gettone nei pronto soccorso” dove guadagnano di più, non si risolve come pensano illuminati sindaci o rappresentanti dell’ULSS spostando i malati da un medico a un altro organizzando un adeguato trasporto sociale come recentemente scritto nei giornali locali.
Bella la cittadella della salute in via di ultimazione ottimi gli impianti ma della sanità territoriale chi sta occupando? L’Assistenza domiciliare si sta pensando come efficientarla e riorganizzarla visto che esempi di assistenza domiciliare in altre regioni sono a testimoniare che si può far meglio anche grazie alle nuove tecnologie?
Perchè bisogna muovere un malato allettato per farli una radiografia o una ecografia quando ci sono sistemi già in uso a Torino dove questi esami si fanno a casa del paziente da equipe attrezzate allo scopo e in collegamento con la sede ospedaliera.
Perchè ai medici di base, che si organizzano in ambulatori di medicina di gruppo previsti fin dal 2013 dalla Regione Veneto come Medicina di Gruppo Integrata MGI, che costituisce un modello dove il territorio costituisce il caposaldo per il trattamento della cronicità e dei casi acuti di primo livello, non si affianca del personale amministrativo, degli infermieri e della strumentazione radiologica dell’ULSS ?
Il vantaggio fondamentale delle forme associate ricade positivamente sul paziente, il quale potrà usufruire di uno spettro di prestazioni più ampio e personalizzato – evitando in molti ca-si il ricorso al Pronto Soccorso o a centri di maggiore specializzazione, spesso dislocati a più grande distanza – o beneficiare di una guida strutturata attraverso i vari servizi sanitari e so-ciali che la ULSS mette a disposizione.
La nostra organizzazione avendo a cuore la salute delle persone anziane sta lanciando il progetto MEDIACLICS MC Health Box.
E’ una soluzione integrata composta da un set di dispositivi medici e una mobile app., ideata per la rilevazione rapida e affidabile dei parametri e delle condizioni del paziente: ECG a 12 derivazioni, temperatura, pressione, glicemia, ketoni, colesterolo, tri-gliceridi, elettroliti, peso corporeo, ossimetria, funzionalità respiratoria, coordinate GPS e monitoraggio dell’attività fisica.
Un progetto che impegnerà volontari adeguatamente formati e che cercherà di coinvolgere i medici di medicina generale del territorio nel quale sussiste il “centro anziani” nel quale la valigetta sarà posizionata.
Il ddl Anziani va nella giusta direzione nella misura in cui si propone di migliorare le condizioni di vita, cura e assistenza delle persone anziane o non autosufficienti, mettendo al centro la piena dignità umana e valorizzando la dimensione sociale, che contribuisce al benessere della persona e alla sua autonomia.
Il testo approvato definitivamente dal parlamento riconosce l’importanza di una governance multi-livello e un ruolo primario al Terzo settore nel realizzare una maggiore integrazione socio-sani-taria, imprescindibile per un sistema di welfare di qualità”.
Integrare politiche sanitarie efficaci con quelle sociali e culturali volte al benessere individuale e collettivo è, non a caso, una delle azioni più importanti che abbiamo indicato nel Manifesto ‘Verso un nuovo sistema di welfare”.
Documento, quest’ultimo, del Forum del Terzo settore, che punta ad aprire un dibattito con tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non, per la realizzazione di un sistema sociale che abbia alla base i principi di prossimità, universalismo e inclusività.
La delibera regionale che ha istituito dopo 20 anni dall’approvazione della legge nazionale sui servizi sociali la 328 del 2000 gli ambiti territoriali sociali che dovrebbe, speriamo presto, essere completata con una legge regionale che ne definisca la veste giuridica rappresenta l’occasione per superare l’ambiguità di un sociale gestito dal sanitario dove le amministrazioni locali con comitati o conferenze svolgono un ruolo secondario.
É un’occasione importante da cogliere per aprire un ampio dibattito che coinvolga i cittadini e le loro rappresentanze sul futuro della sanità della nostra provincia e del Veneto prima che sia troppo tardi.
Il presidente dell’Anteas di Treviso
Alberto Franceschini