Il report delle Camere di Commercio certifica il crollo dell’import. Tiene l’occhialeria, male invece
i settori elettrodomestici e mobili
Sale Belluno, scende (seppur di poco) Treviso: è questa la fotografia raccolta da Unioncamere riferita al primo trimestre 2023 per il mandamento che amministra Marca Trevigiana e Bellunese. Ad influire positivamente è l’occhialeria, comparto strategico nelle valli montane: assieme ai macchinari, il settore traina la provincia bellunese per un complessivo +14,8%. Frena invece Treviso (-0,6%), affossata dallo stallo registrato nel settore elettrodomestici e nella produzione di mobilia. Crolla invece l’import, con un -7,3% in pianura ed un -8,2% tra le Dolomiti.
“Un rallentamento nell’export regionale e delle nostre province incomincia ad essere evidente, guardando in particolare alle dinamiche del secondo trimestre – commenta Mario Pozza, Presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno|Dolomiti – Se restiamo al bilancio al primo semestre 2023, possiamo ancora parlare di tenuta dell’export, senza troppo consolarci però: l’export veneto cresce del +3,2% su base annua, quello bellunese, in particolare, cresce ancora a due cifre, del +14,8% grazie all’occhialeria ma anche ai macchinari ed ai prodotti di elettronica ed apparecchiature di precisione. Per Treviso si osserva invece una lieve diminuzione del -0,6% su base annua. Dai dati emerge la flessione delle vendite per i beni di consumo durevoli (mobili ed elettrodomestici), i prodotti in gomma-plastica e per la componentistica automotive; ma la domanda di macchinari rimane con segno positivo. L’aumento riguarda la maggior parte dei principali partner commerciali, segno che la necessità di aggiornamento tecnologico è un esigenza trasversale avvertita sia dalle economie emergenti che da quelle più consolidate”.
Nel primo semestre 2023 le esportazioni trevigiane hanno sfiorato gli 8,2 miliardi di euro. Il confronto con gennaio-giugno 2022 vede una debole variazione negativa delle vendite all’estero (-0,6%), ma rispetto all’analogo periodo pre-covid (gennaio-giugno 2019) il risultato è ancora in positivo del +21,5%. Di quasi 4,8 miliardi è il valore delle importazioni trevigiane per i primi sei mesi dell’anno, in diminuzione del -7,3% rispetto al 2022, ma rispetto al periodo pre-pandemia il valore è ancora superiore del +36,5%. Guardando in generale ai mercati di sbocco delle esportazioni trevigiane si osserva in particolare la flessione del -1,5% delle vendite verso la Germania, primo partner commerciale per Treviso, con quasi il 15% delle vendite realizzate nel primo semestre, risultato che contribuisce alla dinamica complessiva con segno in negativo per l’area Ue 27 (-1,2%). Poco al di sopra della stabilità sono invece le vendite verso il mercato extra Ue 27 (+0,4%), sintesi di una contrazione delle vendite verso il Regno Unito (-9,5%), di una lieve flessione del mercato statunitense (-1%) e di un incremento verso Turchia (+60,1%), Messico (+47,6%) ed Emirati Arabi (+18,3%). Prendendo in esame i mercati di approvvigionamento delle imprese trevigiane si rileva una flessione generalizzata per i principali mercati intra Ue 27, area che nel complesso registra una diminuzione delle importazioni del -5,5%, con l’eccezione di Romania e Croazia che risultano in crescita. In riduzione anche l’import dal mercato extra Ue 27 (-10,3%): a determinare il segno negativo sono in particolare Cina, Turchia e Vietnam, in controtendenza positiva India, Bangladesh, Serbia e Birmania.
“L’aspetto più rilevante per il semestre è la conferma del trend di riduzione delle importazioni – conferma Pozza – Questa flessione è un effetto combinato di normalizzazione dei prezzi all’import, come anche di rallentamento complessivo dell’economia, che genera minori fabbisogni di beni input per i vari settori. Se consideriamo i dati del Veneto, per i quali disponiamo delle informazioni sia in valore che in quantità, troviamo una chiara evidenza statistica a tutto ciò: l’import regionale scende del -4% in quantità (minori input) con una più che proporzionale decrescita in valori (-7,9%)”.
Dinamiche differenziate si osservano anche prendendo in esame le esportazioni provinciali per settori. Rispetto ai primi sei mesi 2022 il bilancio permane positivo per i macchinari, comparto che ha realizzato oltre il 17% delle vendite del semestre, confermandosi come prima voce dell’export provinciale. L’export aumenta anche per il sistema moda (abbigliamento e calzature) e per il comparto alimentare e delle bevande. Flettono invece le vendite all’estero di beni di consumo durevoli (mobili ed elettrodomestici), di prodotti in gomma o plastica e di mezzi di trasporto e componentistica. Le vendite all’estero di macchinari sono aumentate sia nel confronto su base annua (+11,6%) che rispetto al 2019 (+19,5%). E’ un dato interessante, considerati i venti di recessione industriale e la situazione avversa agli investimenti causa rialzo, anche di questi giorni, del costo del denaro: segno che comunque permane un bisogno di ricambio del parco tecnologico delle imprese, ad intensità variabili in base ai diversi mercati di destinazione. Nel periodo considerato, verso l’Unione Europea l’export di macchinari è aumentato del +7,1% su base annua, con una crescita diffusa a tutti i principali partner commerciali, con l’eccezione della Francia (-1,2%). Verso i mercati extra Ue 27 la crescita è del +17,8%: accanto alla performance positiva verso gli Stati Uniti (+21,8%) e al raddoppio delle vendite in Turchia (+104,4%), si osserva il recupero delle vendite verso il Regno Unito (tornate quasi ai livelli del 2019) ed un aumento delle esportazioni dirette in Cina e Hong Kong ed in India, aumento non sufficiente per raggiungere i flussi pre-Covid verso questi Paesi.
“Chiudo con una riflessione sui mercati – commenta il Presidente Pozza – la frenata dell’economia tedesca condiziona inevitabilmente gli scambi commerciali delle nostre province, come pure l’apporto ancora sotto tono della Cina alla domanda internazionale. Ma ci sono anche mercati in crescita (Turchia, Messico ed Emirati Arabi per esempio). Il nostro compito, come sistema camerale, è proseguire nel supportare le imprese nell’esplorazione e consolidamento di queste nuove opportunità di business. Abbiamo, infatti, un sistema camerale con Assocamerestero, l’associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero e Venicepromex, l’agenzia per l’internazionalizzazione del Veneto che vi supportano con assoluta competenza e approfondita conoscenza dei mercati esteri, per una internazionalizzazione di successo. Mi rivolgo agli imprenditori: sfruttate questa rete, non rimanete ancorati ai mercati tradizionali, ma avvicinatevi alle realtà che il mondo camerale mette in campo per esplorare e consolidare nuove opportunità”.
di Federico Bettuzzi