Si è spento il noto imprenditore Gippo Gatto, all’età di 65 anni, lasciando dietro di sé un’eredità significativa nel mondo degli affari. Gatto, residente a Robegano, è stato il cofondatore di Eurogroup, un’azienda con sede a Silea che conta circa 400 dipendenti. La sua improvvisa scomparsa ha scosso profondamente i suoi collaboratori, che gli hanno reso omaggio con parole commosse: “Buon viaggio, grazie di tutto”.
Nato in una periferia di Treviso, Gippo Gatto ha iniziato la sua carriera come elettricista, per poi trasformarsi in un esperto di impianti elettrici, specializzandosi in una vasta gamma di tecnologie, tra cui allarmi e sistemi di sicurezza avanzati. Nel corso degli anni, ha assunto sempre più responsabilità all’interno dell’azienda, diventando un punto di riferimento nel settore. La sua abilità professionale lo ha portato a lavorare con grandi aziende come Luxottica e Fondazione Cassamarca, oltre che ad essere coinvolto in progetti di sviluppo in Africa, tra cui in Madagascar.
Purtroppo, poco prima delle festività natalizie, Gatto ha ricevuto una diagnosi devastante che ha segnato l’inizio di una battaglia contro una malattia incurabile. Nonostante tutti gli sforzi, si è spento lunedì all’ospedale all’Angelo di Mestre, circondato dall’affetto dei suoi cari.
I dipendenti di Eurogroup hanno reso omaggio al loro amato leader proiettando la sua immagine all’interno dello stabilimento, con una dedica che ricorda il suo contributo straordinario all’azienda.
La scomparsa di Gippo Gatto ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo imprenditoriale della zona, dove era conosciuto e stimato per la sua professionalità e generosità. La sua passione per il lavoro era pari solo all’amore per la sua famiglia.
Gatto lascia la moglie Franca, le tre figlie Roberta, Linda e Giulia, il genero Roberto, i nipoti Massimiliano e Riccardo, il fratello Franco e altri parenti stretti.
I suoi funerali si terranno venerdì 23 febbraio nella chiesa Santuario di Robegano, preceduti da un corteo funebre che partirà dall’ospedale all’Angelo di Mestre. La famiglia ha chiesto di fare donazioni per la ricerca contro il cancro, anziché portare fiori.