Nella primavera del 1963 ero a Padova a vedere in Tribuna una partita contro le Fiamme Oro (la mia ex squadra) e non ricordo perché non giocassi.
Su invito del nostro presidente dell’Ignis Renato Brisolin sono arrivati da Trieste, o forse erano già a Padova, Giuseppe Universo (bel ragazzo, a detta di Brisolin campione italiano dei 400 metri piani) assieme ad una ragazza Gloria (moglie?). Ritornato a Treviso in auto, ci siamo fermati presso il “Club Stellato” a Mogliano Veneto assieme a Gloria, Zucchello con Peron Sandor, Levorato ed io. Gloria mi viene a prendere dal bancone bar per ballare (non ero un ballerino), abbracciati, mi dice “stasera vengo a letto con te”. Arrossisco, ed a fine musica lo racconto ad Arturo. Mi dice di star tranquillo: “presentati all’Albergo Carlton senza documenti, la mattina dopo porti la carta d’identità e ti presto i soldi”. Tre giorni sono rimasto con Gloria, mai pensato fosse moglie di Universo 8 e non lo era!).
Ci siamo sentiti più volte, da innamorati, telefonicamente Trieste/Treviso dove ancora abitavo in via Manzoni.
Beppe Universo (triestino nato a Pola nel 1934, detto Paolo) chissà perché si trovava a Padova, era buon atleta forse dell’Atletica Schio di Vicenza, conoscente di Sergio D’Asnach atleta delle Fiamme Oro (amico del Bobo Ricciarelli e con me nelle FF.OO. A Padova). Il nostro presidente Brisolin ha portato tutta la squadra dell’Ignis al faro di Jesolo, e dalla spiaggia di corsa siamo andati fino al Cavallino, con cena al ristorante “Achille” di Scarpa.
La falcata di Universo era elegante e lunga il doppio della nostra. E’ rimasto qualche tempo a Treviso, perché doveva andare da Giovanni Comisso a fargli leggere le sue poesie (ho letto che era anche scrittore). A Treviso viene ricordato un “certo” Universo a cena con Comisso “All’Oca Bianca”.
Le mie telefonate con Gloria hanno sortito una gita a Trieste con i miei amici rugbysti (Armellin, Peron, Salomone), appuntamento alla “Sirenella” una balladora all’aperto prima del centro, con delle amiche promesse. Ma Gloria è sola, nella notte gli amici in albergo, io a casa sua. Il giorno dopo decido di restare con gli amici. Mi avevano accompagnato a Trieste con la promessa “scontata” e non mantenuta di conoscere per loro altre ragazze. Lei possessiva, ha voluto rimanere a casa, non l’ho più vista. Con gli amici siamo andati sulla bella spiaggetta di Sistiana, ed il “Cocco” Armellin ha telefonato ad una ragazza conosciuta a Jesolo, che è arrivata. La nostra gita così è risultata positiva.
La storia è proseguita, perché il “Cocco” l’ha invitata a Treviso con un’amica con la promessa di cenare da “Alfredo”, di cui avevano sentito parlare molto bene a Trieste. Abbiamo sostituito “Alfredo” con la trattoria “Quattro Corone” in via Inferiore frequentata da tanti alpini.
Sono arrivate in “grande spolvero”, abito nero lungo e scollato, e noi l’abbiamo “spacciato” per il famoso ristorante “Alfredo” chiamando così per nome l’amico oste Toni Gastaldello. Le ragazze non si sono scandalizzate in mezzo agli alpini ed ai vapori del brodo per l’eccellente bollito di cui furono entusiaste, come pure per le altre pietanze preparate da Alfredo (Toni) con lo stile di fine anfitrione.
Per inciso la trattoria è stata chiusa nel 1964, appena un anno dopo, ma le nostre ragazze forse ricorderanno il ristorante “Alfredo” di Treviso e forse anche noi due, il “Cocco” ed io.
La mia ghenga del rugby e di piazza è stata di giuria alla gara dei complessi musicali di Treviso e d’intorni, perché “obbligatoria-mente” abbiamo fatto vincere la nostra orchestrina trevigiana “I Gabbiani”.
A Cornuda abbiamo conosciuto anche Romano Mussolini grande pianista, e dopo lo spettacolo siamo rimasti fino alle cinque de mattino ad ascoltarlo.
A Montebelluna con Renzo Colognese tutti sul palco (Bizzotto è andato al posto mio) per un’ovazione della sala. Poco tempo dopo Colognese ci telefona che il conte Loredan ci vuole conoscere una sera d’estate nella sua cantina.
Ci ha ospitati seduti su rudimentali scranni a bere, ma ci ha fato litigare fra noi parlando di politica, che mai avevamo fatto. Fintanto che “Neni” Salomone non gli ha dato una manata sulla spalla dicendogli “conte dae braghe onte votu darme un toco de pan, ostregheta? Un solo boccone di pane e un pezzo di formaggio. Amen. Non l’abbiamo più incontrato, ma anni più tardi ho letto che il conte Loredan ha ospitato Beppe Universo che lo ha conosciuto tra-mite Giovanni Co-misso, con la moglie Maria Chiara a Venegazzù.
Questo, dopo che il giornalista Sergio Saviane incontrò Uni-verso a Castelfranco Veneto, e lo invitò alla “Falconera” di Venegazzù presente Pitro Loredan amico di Saviane dai tempi del liceo. Saviane pubblicò sull’Espresso nell’agosto 1973 un articolo “Domani salta in aria Milano”, riferendo di aver appreso da alcune telefonate fra Sergio D’Asnach e Paolo Universo ospite colla moglie nella dependance di villa Loredan.
Al ristorante “Falconera” siamo stati più di qualche volta, noi del rugby anche con le nostre famiglie, conoscendo Celeste, e Sandor Peron una volta litigò fuori della trattoria con dei padovani là incontrati, a seguito di una vecchia baruffa che scoppiò al “Tegorzo” con Brisolin e “Pancho” Perini, Leone Rghetto, Peron e Zucchello, sempre con questi padovani.
Dopo ogni partita/scontro e dopo un panino alla “Campanella”, il nostro appuntamento era a “La lanterna” una sala da ballo a Mirano (Ve), dove eravamo ben accolti con posto prenotato, e soprattutto avevamo le nostre tante viste.
Alla “nostra” automobile del “Cocco” si aggiungevano le vetture dei “Ceka” col “Cicin” Visentin e di Franco Giugovaz un veneziano con noi dell’Ignis Treviso Rugby. A “La lanterna” abbiamo fatto amicizia coi proprietari e con “Ciccio” Covin, che vendeva là vicino vino e panini con la mortadella&caviale e champagne, dicevamo al-le ragazze.
Covin diventò un ottimo ristoratore in piazza e poi nel “19 al Paradiso”, anche con la corsa delle oche una grande festa in costume, che ho riportato per qualche anno sulle mura di Treviso contro ignoranti animalisti, fino a quando l’Ufficio Igiene (!) ci impose di portare le oche “una per una” in serragli appositi (inesistenti!).
Ho coscienza di aver giocato a rugby con amore, già a diciott’anni con il primo scudetti targato “Faema”. E di aver trovato un bel ambiente sia da militare come guardia di pubblica sicurezza nella squadra delle “Fiamme Oro” con altro scudetto italiano e sia al mio ritorno a Treviso con l’Ignis Rugby che è stato sponsor per quattro anni. I migliori anni della vita. Ho giocato con la Nazionale B in Polonia il giorno dopo Pasqua ritrovando amici ex FF.OO. Ricciarelli milanese e Simonelli romano (che ha rinunciato alla 1^ squadra per essere con noi, a favore di Giogio Troncon) nel 1962, dove ho incontrato e corrisposto con Elzbieta una meravigliosa ragazza. Con la Nazionale A sono andato sempre nel 1962 a Bucarest in Romania, ma sono rimasto sul campo in panchina come riserva: nessuno si è infortunato, così era a quel tempo.
Ho smesso, consapevolmente, col campionato 1964/65 quando è apparso il primo segno di professionismo (per un appannaggio di cinquantamila lire ad ogni partita vinta!).
Il motivo si propose dopo una trasferta natalizia, coi “nostri” soldi, a Chalon en Provence (Marsiglia). Il residuo considerevole mi fu malamente sequestrato dopo una vertenza col legale della Società, davanti al delegato della Federazione Italiana Rugby, che avevo chiamato, e che ha stracciato di fronte a noi tutta la corrispondenza in essere, perché la squadra del Treviso non fosse squalificata e tolta dal campionato.
di Giorgio Fantin