E’ così finito l’incubo del Treviso: dopo oltre 10 anni nei campionati regionali, passando anche per gestioni societarie disastrose, fallimenti e umiliazioni sportive, i biancocelesti sono promossi in Serie D. Battendo per 2-0 il Giorgione, la squadra di Cunico e si è guadagnata la tanto agognata promozione.
Questa categoria mancava da oltre dieci anni da quando il presidente Renzo Corvezzo ottenne tre promozioni in due anni (un ripescaggio e due promozioni) passano dalla D alla C1. Parliamo di un Treviso, allenato da Diego Zanin, che offriva calcio spettacolo con un tridente che ancora adesso i tifosi rimpiangono: Torromino, Perna e Ferretti poi con i vari Maracchi, Cernuto, Bandiera, Beccia, Visentin, Spinosa, Ferronato e altri. Poi però dopo questo triplo miracolo il giocattolo si ruppe arrivarono dirigenti spregiudicati, incompetenti e arrivò il fallimento. Ora le cose sono cambiate, sono molto diverse. La società è di grande spessore economico con Sandri a tirare le fila e un importante consorzio presieduto da Marco Pinzi al fianco a sostenere Sandri. Con questa promozione si vocifera la possibilità di qualche nuovo importante ingresso nel Consorzio quindi lo spessore economico aumenterebbe ulteriormente.
La società ha sempre dichiarato che l’obiettivo finale è la serie B ma di mezzo c’è la Lega Pro che va centrata al più presto. La differenza qualitativa tra l’Eccellenza e la D è enorme quindi la società deve allestire una squadra di grande spessore praticamente dovrebbe acquistare la “Nazionale di D” con un paio di rinforzi che potrebbero arrivare dalla Lega Pro. Ma questo è un altro discorso. Sarà alla coppia Allenatore e Direttore sportivo fare queste valutazioni.
Un applauso va quindi fatto alla proprietà, alla rosa e allo staff tecnico ma mi sembra davvero estende i complimenti anche ai tifosi che nonostante gli ultimi anni bui non hanno mai smesso ti andare allo stadio a tifare per i biancocelesti. L’arma in più del Treviso è stato proprio il suo stadio: 3500 spettatori con la curva piena come ai tempi della serie A.
A Treviso la voglia di calcio non è certo scomparsa, si aspettava solo di vedere che dopo i vari presidenti squattrinati e senza idee (lasciamo perdere i nomi per carità perché la lista è lunghissima, persino presidenti protestati e senza un lavoro) arrivassero progetti seri e ambiziosi e una squadra che riportasse l’entusiasmo assopito. Salire di categoria non è stato però facile nonostante una rosa indiscutibilmente superiore alle altre e che l’aveva portata anche ad avere nove punti di vantaggio sulla seconda. I biancocelesti infatti hanno dovuto sudarsi la promozione, trovandosi davanti avversarie temibili come Portomansuè e Calvi Noale che hanno a lungo dato filo da torcere. Trionfa però il Treviso, capace di resistere ai momenti di difficoltà durante la stagione e di far fronte comune.
Ora si spalancano le porte delle Serie D, un campionato che in città non si vedeva dalla stagione 2010-2011.
SOTTOVIA- Bravi tutti i giocatori ma due parole è giusto spenderle per Dario Sottovia 33 anni attaccante di indiscussa qualità. Ha giocato in C a Mestre segnando 12 gol in 31 partite, e poi tanta D a Mestre, Campodarsego, Muzane, Sedico, Rovigo, Luparense, Rapallo, Sacilese, Marano Este. I suoi migliori campionati sono stati in C a Mestre 21 gol e poi altri 21 a Trento, ancora a Mestre e 20 alla Sacilese. Quest’anno ha però fatto meglio, molto meglio visto che per ben 33 volte ha gonfiato la rete avversaria diventando di fatto il giocatore con maggior realizzazioni in una stagione nella oltre centenaria storia della società. Nella sua carriera ha segnato oltre 250 gol.
FUTURO- Parlare di futuro in questo momento è prematuro: godiamoci questo momento. In tribuna si sono visti molti allenatori e tra tutti Carmine Parlato, una vita su panchine di D e C, Alberto Cavasin e Bepi Pillon. Forse è fantacalcio ma sognare costa poco.
di Giampaolo Zorzo