L’ultimo libro del giornalista e scrittore Sante Rossetto
Un quindicennio determinante per la storia di Treviso e della Marca quello che ci descrive il giornalista e storico Sante Rossetto nel suo ultimo libro “Società e politica a Treviso, 1980-1994” edito da Canova.
L’autore propone una dettagliata analisi di tutti gli aspetti della società di casa nostra che vanno dalla politica, alla cronaca nera, economia, religione, cultura, sport. Duecento pagine che vivisezionano la esistenza trevigiana dall’anno, il 1980, che ha visto Carlo Bernini, capo riconosciuto dei dorotei, salire alla guida della Regione dove rimarrà una decina di anni. Nonostante il Sessantotto avesse rivoluzionato la famiglia, la scuola e la Chiesa, la politica non aveva risentito alcuno scossone provocato dagli anni Sessanta. Ma stavolta toccherà proprio ai politici finire nel tritacarne della Storia. E non soltanto il partito dominante, la Dc, ma l’intero palcoscenico partitico.
Uomini di lungo corso alla guida delle istituzioni verranno spazzati via impietosamente. Complice anche lo tsunami che tra la fine degli anni Ottanta e il principio dei Novanta ha travolto il sistema comunista. Perché il baluardo che la Dc aveva sbandierato contro il pericolo comunista non serviva più; e nemmeno il Pci aveva miglior futuro perché, caduta l’Urss, non avevano più ragione di esistere partiti comunisti nel resto dell’Europa.
Altro cavallo di razza democristiano era il sindaco Antonio Mazzarolli, che Rossetto mostra di rivalutare come figura di vasta cultura, di onestà intellettuale e di servizio al compito cui i trevigiani lo avevano chiamato. La prima metà degli anni Ottanta vede ancora la Dc saldamente alla guida di quasi tutti i Comuni. Ma i primi scricchiolii di una struttura pluridecennale si fanno già sentire. E il “tarlo”, che presto diventerà gigantesco, si chiama prima Liga, che nel 1983 elegge un senatore, e poi Lega. Si discute ancora oggi se i voti della Lega provengano dalla Dc che perde consensi o siano voti trasversali. Discussioni inutilmente accademiche, perché in pochi anni saranno nella Marca e Nel Veneto i voti determinanti. La Balena Bianca ormai arranca e in vari Comuni si trova sempre più in difficoltà come a Vittorio Veneto, a Montebelluna, San Biagio, Mogliano.
E specialmente a Treviso dove Vittorino Pavan costruisce faticosamente Giunte che si sfasciano dopo poche settimane. E alla fine la Lega, presentando un outsider di nome Giancarlo Gentilini, conquista Ca’ Sugana. Un successo che dura ininterrotto dal 1994, scalzato solamente da un mandato a guida Manildo.
Sono, però, anche anni densi di tragedie, fatti luttuosi, rapimenti, scandali quelli che l’autore esamina. Rossetto punta il dito sulle morti bianche, una delle piaghe che funestano drammaticamente, ancora oggi, la Marca e l’Italia. E poi le stragi del sabato sera con vittime della strada che annualmente si aggirano attorno al centinaio. Perchè il benessere ha portato per moltissimi una frenesia irrefrenabile. Imperativo di molti, soprattutto giovani, è “divertirsi” o, per dirla con il latino Orazio, “godi l’attimo fuggente”. Tutto ciò che rappresenta la vecchia civiltà contadina è considerato preistorico e deve essere cancellato. Si costruisce un po’ dappertutto, i campi si riempiono di capannoni, il danaro corre a bizzeffe.
Ed ecco il capitolo dedicato ad un progresso economico che non si ferma. Superati i primi anni Ottanta che avevano ancora presentato delle difficoltà, adesso la Marca si libera da ogni ostacolo, inanella numeri record ed è seconda nel Veneto come produzione dietro a Vicenza, si porta in qualche caso il lavoro all’estero.
L’Italia diventa un eden che attira migranti in cerca di lavoro e una possibilità che in patria non hanno.
Chi è in pesante crisi è la religione. Il senso del sacro e del divino sparisce, il paradiso è qui e ora. I seminari si svuotano come le chiese e i fedeli si diradano. Soltanto alla metà degli anni Novanta si nota qualche segno di fiducia, che, tuttavia, è flebile e le navate sono popolate soltanto da anziani.
In campo culturale scompaiono nomi che hanno fatto epoca come Mario Del Monaco, uno dei migliori Otello che abbiano mai calcato i palcoscenici, Bepi Mazzotti, l’altro Bepo, Maffioli, Goffredo Parise vicentino innamorato di Ponte di Piave, il grande comico Gino Cavalieri e la collega trevigiana di S. Nicolò Elsa Vazzoler, il musicologo e musicista Angelo Ephrikian, la commediografa castellana Nina Scapinello. Il maggior benessere porta con sè più tempo libero e quindi più possibilità di avvenimenti culturali. Che, però, il Teatro Comunale, in disarmo, può soltanto parzialmente soddisfare.
Infine lo sport, “figlio” inseparabile di una economia arrembante. Così in pochi anni la Marca, grazie, anche o soprattutto, all’impegno della famiglia Benetton, cui si deve fra l’altro il “tempio” di basket e pallavolo di Villorba, diventa la prima provincia sportiva d’Italia. E prima del Duemila perfino il calcio, sport popolarissimo ma non di vertice a Treviso, scala la serie A. E così si moltiplicano i successi che fanno conoscere la Marca dentro e fuori i confini italiani.
Il volume di Sante Rossetto è un vademecum prezioso, e nel suo genere unico (su questo modello aveva offerto ai trevigiani “La rivoluzione silenziosa” e “Politica e cultura a Treviso”), che analizza i vari aspetti della società trevigiana alla vigilia del terzo millennio. Uno strumento indispensabile per chi vuole conoscere un passato recente che ormai è diventato Storia.
di Giampaolo Zorzo