Come nasce, cresce e supera le crisi la coppia.
Tutt’altro che statica e immutabile, la relazione che unisce due persone attraversa varie fasi. E se il cambiamento intrapsichico, insito e auspicabile in ogni legame, è occasione preziosa per accompagnare e favorire la crescita, talvolta viene percepito come un ostacolo e può addirittura sfociare in una crisi.
La nascita di un figlio, il cambio di lavoro, l’avanzamento della carriera professionale, il lutto per la perdita di un genitore, la crescita della prole o il pensionamento. Sono solo alcune delle fasi fisiologiche che possono mettere a dura prova la tenuta della coppia e richiedere un nuovo assestamento.
Per capire come e quanto possano incidere questi eventi sulla tenuta stessa della coppia è opportuno risalire alle origini del legame, che nasce sempre da un incontro di bisogni e di necessità. Ognuno dei due partner, infatti, avverte dei bisogni, ha dei desideri ed è chiamato ad affrontare delle difficoltà che, nell’incontro con l’altro, ma non un altro qualsiasi, trovano risposte e riscontro.
Risposte e riscontri, però, avvengono su un piano soggettivo, non oggettivo: sono percezioni, di sé e dell’altro, e modi di sentire che hanno strettamente a che fare con una specifica fase della propria vita. Accade cioè che nel partner si vedano aspetti che già si conoscono e di cui, seppur inconsapevolmente, si ha bisogno di ritrovare per stare bene. Sostanzialmente, una coppia nasce perché entrambi i soggetti, fino ad allora sconosciuti, trovano nell’altro quello che stavano cercando.
È la fase dell’idillio, dell’innamoramento. E come canta Renato Zero in Amico “io e te lo stesso pensiero…io e te, il tuo il mio respiro”. Tutto è perfetto e sembra di vivere un sogno, ma questa fase non è eterna e presto si passa dall’avere “la testa fra le nuvole” alla fase dei “piedi per terra”. L’idealizzazione cede il passo alla realtà e all’esame di realtà: ora il partner è una persona con pregi, difetti, capacità e limiti.
Con il tempo, poi, le persone inevitabilmente cambiano e a ogni cambiamento intrapsichico corrisponde un mutamento nelle relazioni. Cambia il modo nel quale ciascuno percepisce se stesso e l’altro ed è importante come entrambi i partner reagiscono e come vengono rimodulate le dinamiche della relazione. La coppia, in quanto spazio altro, solitamente è attrezzata per risolvere i problemi, affrontare le sofferenze e superare i dolori che naturalmente si incontrano nella vita. Il legame d’amore, di conoscenza, di rispetto e di umanità dovrebbe quindi consentire di tollerare le frustrazioni e le fatiche che accompagnano sempre gli scossoni necessari alla crescita. Non tutti questi eventi, però, hanno evoluzioni positive e possono invece sfociare in una crisi, vero e proprio sintomo di un cambiamento che diventa un ostacolo sempre più difficile da superare. Come si accennava all’inizio, avvenimenti gioiosi o luttuosi, cambi di lavoro o l’arrivo di un figlio sono alcune tra le situazioni che richiedono un nuovo assetto nella coppia, talvolta non così immediato da trovare. Distacco, tensione, ostilità e silenzio sembrano le uniche reazioni possibili per la coppia che in realtà non riesce, o non conosce, o non è mai stata abituata a esplorare risorse diverse. Può accadere, allora, che il nuovo e unico scenario che intravede all’orizzonte sia la separazione.
Ma la separazione è veramente l’unica soluzione possibile? Oppure viene vista come l’unica alternativa per evitare ciò che non si conosce e crea disagio? Potrebbe essere infatti che la coppia passi dalla crisi direttamente alla separazione senza prima aver tentato di capire fino in fondo come è arrivata al momento di grande difficoltà. Magari prima i partner si sono allontanati, hanno smesso di comunicare, non si sono più cercati e alla fine si sono persi, mentre in realtà cercavano solo di porre fine alla tensione e al malessere che ogni crisi comporta.
Prima di ricorrere in via definitiva alla separazione, la coppia può invece affrontare assieme al terapeuta le problematiche che la affliggono. L’intervento del professionista aiuterà la coppia a vedere, conoscere e comprendere le difficoltà, dando così un senso alla crisi. Sarà così in grado di decidere consapevolmente se la separazione possa ancora essere considerata la risposta risolutiva.
Il focus della terapia di coppia renderà libera e consapevole la scelta sia di rimanere insieme sia di separarsi. In entrambi i casi, consentirà di affrontare e risolvere i nodi che altrimenti diventerebbero pesi per la vista psichica di ciascun partner. Quando un legame si interrompe bruscamente o incomprensibilmente si crea una frattura interna che può accompagnare o condizionare anche altre relazioni presenti e future. Come cantava Pino Daniele in “Venti di passione”, “il ricordo di un amore ci cambia e non ci lascia”.
La terapia di coppia è utile anche in presenza di figli: spesso i conflitti non vengono contenuti e debordano nel tipo di linguaggio, nel tono di voce e negli atteggiamenti. Tutto ciò determina un ulteriore malessere e disagio nei figli che vengono coinvolti, e spesso travolti, dalle tensioni coniugali. Avere invece uno spazio nel quale la coppia può affrontare il conflitto permette un maggiore rispetto per l’altro e per la relazione e costituisce indubbiamente una forma di protezione e tutela per la prole.
di Elena Stefani
Psicologa psicoterapeuta
STUDIO DOTTOR BOVA
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